E’ il titolo scelto dalla Chiesa cattolica per la Giornata mondiale per la pace, da oltre quarant’anni coincidente con il primo giorno dell’anno. Sia pure con molta minor attenzione rispetto ad alcuni anni fa le proposte sono state prese in considerazione dai media, anche se come di solito accade il giorno dopo le parole passano e i problemi restano.
Restano e li si può constatare direttamente attraverso quei cambiamenti climatici davvero globalizzati che coinvolgono tutti i territori. Si pensi al gelo e alla neve di prima di Natale, al balzo di quasi trenta gradi in 24 ore con conseguente scioglimento delle nevi perfino in montagna e successive piogge, esondazioni di fiumi, mareggiate e quant’altro…
Custodire il creato, dunque. Sì, ma come? Il recente vertice di Copenaghen non ha sortito effetti degni di nota e anche nella comunicazione quotidiana sembra che quella dell’ambiente sia l’ultima delle questioni politiche e culturali. E’ vero che il territorio goriziano è stato recentemente segnalato tra i più virtuosi per ciò che concerne la raccolta differenziata dei rifiuti urbani, un segno positivo di coscienza e consapevolezza da parte dei singoli cittadini. Tuttavia è evidente che tutti – ciascuno con la propria responsabilità – dovrebbero fare di più, molto di più. L’auspicio è che l’augurio della “Giornata” si concretizzi grazie all’impegno di tanti coltivatori di pace che vogliono custodire l’ambiente nel quale vivono e operano. Anche per le generazioni che seguiranno.
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