L’International Desk è una grande opportunità per Gorizia che con l’inaugurazione del Conference avrà una struttura di primo ordine da utilizzare in occasione di momenti di dialogo e confronto fra le Nazioni. Non è una novità assoluta, più volte in passato la città ha ospitato delegazioni di diplomatici e di rappresentanti di Paesi esteri: ciò si è verificato sia in occasione di avvenimenti di grande rilevanza come l’ingresso della Slovenia nell’Unione europea e poi tra i Paesi sottoscrittori del Trattato di Schengen, sia in particolari memorie di eventi epocali come nel caso dell’incontro e dialogo “di riconciliazione” tra i Presidenti delle Repubbliche italiana e austriaca, sia – aspetto meno noto – quando le facoltà universitarie sono state promotrici e organizzatrici dell’avvio di trattative diplomatiche fra esperti inviati da Paesi e fazioni fra loro in guerra. Ed è giusto che sia così: un territorio così fortemente provato e insanguinato da terribili conflitti si propone come ambito naturale per l’avvio di confronti fra diplomatici che vogliono raggiungere il difficile ma fondamentale obiettivo della pace, intesa come risoluzione dei conflitti, garanzia della giustizia sociale, faticoso avvicinamento alla sempre irraggiungibile verità. Ben venga dunque il Desk e un cordiale “benvenuti!” ai ministri con le rappresentanze che parteciperanno. Con l’auspicio che l’iniziativa non rimanga isolata ma convinca la città (o meglio, le città confinanti) a perseguire la meta già intuita da sessant’anni nell’ambito dei settori politico culturali più illuminati e quasi realizzata all’inizio degli anni ’90 intorno alle Università: quella di essere non soltanto luogo di grandi incontri e di momentaneo gradito risalto mediatico, bensì di quotidiana offerta di spazi adeguati in grado di consentire “al riparo dai riflettori” quel sottobosco di conoscenza, dialogo e quotidiana trattativa tra diplomatici “defilati” senza i quali non potrebbero esistere i documenti fondanti dei trattati poi sottoscritti altrove dai i cosiddetti “grandi” della Terra. Per questo forse non è opportuno rivendicare a Gorizia inutili – e un po’ ridicoli – primati (“Capitale mondiale” del jazz, del folklore, del commercio, in questo caso delle relazioni internazionali e così via…); deve piuttosto essere sottolineato un ruolo più umile e più efficace, quello dell’operosa diuturna elaborazione di relazioni costruttive fra le parti in conflitto. Non si tratta di fantascienza ma di realtà già ben sperimentata e ben radicata nelle scienze internazionali, ma anche nei molto produttivi (e poco pubblicizzati) percorsi dell’Istituto di Sociologia Internazionale (Isig) e degli altri encomiabili istituti di ricerca della provincia. Avanti a tutta forza dunque, con il “botto” del Desk e poi rimboccandosi le maniche e valorizzando ben di più quelle realtà accademiche che da oltre vent’anni sono la vera nuova chance per il futuro del Goriziano.
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