Parlando della vendita di iris e delle offerte avanzate dalle società in gara il condizionale è d’obbligo, tuttavia è reale il rischio che il “tesoro” da 100 milioni si trasformi in un “tesoretto”, se non in un “tesorino-ino-ino”, viste anche le cifre apparse sulla stampa. Oggi l’offerta di AcegasAps-Ts pare attestarsi a 55 milioni di euro, Amga-Ud a 40,2 mentre l’offerta di Hera non supera i 39 milioni. Nell’estate 2008 Amga aveva avanzato un’“offerta irrevocabile” di oltre 90 milioni di euro con una quota “cash” superiore ai 40 milioni, AcegasAps aveva rilanciato con 100 milioni, senza per altro specificare nel dettaglio le modalità dell’intera operazione. E oggi, forse, i sindaci dell’Isontino si mangiano le mani nell’aver fatto decadere quelle profferte e pare dovranno rivedere le incaute previsioni di realizzo. In particolare le dovranno probabilmente rivedere i sindaci di Gorizia e Monfalcone e l’assessore Pettarin che si era impegnato a far di conto assegnando a Gorizia ben oltre 20 milioni di euro in contanti, tenuto anche conto che dei possibili 55 o più milioni dell’offerta economica più alta solo una parte sarà presumibilmente corrisposta nella forma “cash”.
In ogni caso fa bene il presidente di Iris Armando Querin a “tranquillizzare“ tutti i protagonisti affermando che “…siamo a metà partita. C’è tutto il secondo tempo per recuperare. Gli affari migliori si fanno quando c’è un forte interesse a vendere e un altrettanto forte interesse a comprare”. Ha perfettamente ragione con la precisazione, tuttavia, che di solito non è buon viatico iniziare il secondo tempo di una partita sullo 0-2 e soprattutto che l’interesse a vendere non sia superiore a quello ad acquisire le spoglie di Iris. In ogni caso, anche alla luce del recentissimo e superconclamato accordo sul GECT, che specificatamente prevede tra i suoi obiettivi l’elaborazione di un piano energetico metropolitano, suggeriamo che a fronte di una offerta poco congrua – anche se la più “conveniente” provenisse da AcegasAps – si scelga la strada di un possibile accordo in materia con Nova Gorica e San Pietro-Vrtojba, dando così contenuti fin da subito concreti allo strumento del Gect, da tutti fino ad ora definito un “contenitore ancora vuoto”, senza attendere improbabili “metropolitane leggere” sul percorso Gorizia-NovaGorica, a cui si può supplire rafforzando la linea dei “bus”.
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