Che sia fondamentale un Punto nascita a Gorizia lo dimostrano le firme di tanti cittadini e le numerose prese di posizione riscontrate in questi ultimi mesi. Che mantenerlo non sia facile lo si sa, soprattutto alla luce dei chiari di luna prospettati nella “riforma” sanitaria targata Centro Destra che tanto suscita dibattiti e polemiche in Regione. Molte proposte sono state avanzate, compresa l’ottima (e tanto antica!) idea di una collaborazione tra Gorizia e Šempeter. Si può convenire o meno sulle ragioni economiche e funzionali, ma che nell’Europa unita del 2010 il problema sia quello di nascere “in un paese straniero” ha dell’incredibile; eppure la citazione virgolettata è tratta dal Messaggero Veneto di oggi e si riferisce al parere espresso addirittura dal sindaco Romoli: “si tratta di un’ipotesi che respingo risolutamente perchè l’impegno per il mantenimento del nostro Punto nascita, è proprio quello di continuare a vedere bambini che nascono a Gorizia e non in altre città nè, addirittura, in nazioni straniere, come accadrebbe con l’ipotesi di integrazione con la struttura di San Pietro. Una prospettiva che non mi sembra accettabile“. Insomma, viva l’Europa e – sindaco, ci consenta – viva il Gect!
Eh, vuoi mettere, i nostri figli devono nascere nell'italianissima Gorizia e non nella slava, pardon, slovena – ma è lo stesso – Nova Gorica!
A meno che le mie nozioni non siano poco aggiornate, l'unica cosa che mi trattiene dallo scrivere qualcosina è la consapevolezza che la legislazione dei Paesi UE prevede ancora precise, difformi e non trascurabili conseguenze giuridiche per la persona a seguito del solo atto della nascita sul suolo di uno di essi. In mancanza di queste ci sarebbe di che commentare.