Quando si presenta la dichiarazione dei redditi si può firmare la destinazione dell’8 per mille del proprio gettito. Forse non tutti sanno che la distribuzione delle risorse non viene svolta sulla base del reale numero di persone che hanno sottoscritto per una delle realtà ammesse bensì sull’intero gettito nazionale. Come dire che se soltanto 10 persone in Italia firmano e tra esse 8 sottoscrivono per la Chiesa cattolica a quest’ultima arriva l’80% dell’8 per mille di tutti i redditi nazionali. In effetti meno del 40% dei cittadini italiani determina la consegna di oltre l’80% dell’intero bottino alla chiesa cattolica. Si aggiunga la presenza di una professione dipendente (e pagata) dallo Stato condizionata dal conferimento di una specifica idoneità da parte di un’autorità religiosa (ci si riferisce all’insegnamento della religione cattolica dove i docenti possono essere nominati, essere stipendiati, entrare in ruolo, acquisire punteggi grazie al “bene-stare” del loro vescovo. Si aggiungano gli assai cospicui contributi nazionali e regionali finalizzati alla salvaguardia dei beni architettonici ecclesiastici e alle attività culturali della Chiesa… E si capisce come mai quando un vescovo esprime delle perplessità sul decreto salvaliste non passano dieci minuti ed esce il comunicato stampa della Conferenza Episcopale Italiana che afferma sostanzialmente che non esiste alcuna perplessità ufficiale da parte della Chiesa. Insomma, come diceva il tentatore a Gesù nel deserto: “se ti inchinerai di fronte a me, tutte le ricchezze del mondo saranno tue”!
Rispondi