Il primo giorno di primavera porta con sé la giornata di sensibilizzazione contro la privatizzazione dell’acqua. Una campagna molto importante, la manifestazione di ieri a Roma ha rubato un po’ di spazio mediatico anche alla più conclamata adunata pdl in piazza san Giovanni. Si tratta di un problema planetario, dal momento che la privatizzazione delle risorse idriche ha innescato ovunque un meccanismo venefico che da una parte consente affari colossali a livello multinazionale (e ne sanno qualcosa alcune ditte di esportazione che hanno sede nel Nord est d’Italia) dall’altra la mancanza di accesso all’acqua per le categorie più povere, cioè per la stragrande maggioranza delle persone che vivono nel Sud del mondo. Per chi percorre il Cammino di Santiago trovare i distributori automatici di bibite al posto delle fresche antiche fontane adesso siggillate suscita soltanto un po’ di rabbia; per chi non ha la possibilità di comprarsela la privatizzazione dell’acqua è invece qualcosa di molto più grave, la negazione di uno dei diritti inalienabili della persona umana.
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