Credo che anche il meno attento dei lettori de “Il Piccolo” abbia colto la differenza di tono, e soprattutto di stile, tre le misurate e peraltro giustissime parole di critica del professore Silvano Cavazza, a proposito della sciagurata distruzione di numerose copie dei volumi Divus Maximilianus e Gorizia Barocca operata con l’amministrazione Brancati e – di contro – le livorose parole utilizzate dall’Assessore Antonio Devetag a commento del medesimo episodio, quasi non aspettasse assist migliore (senza alcuna resposabilità per l’incolpevole professor Cavazza). Il Centrodestra ha spesso usato espressioni di critica dure e pesanti nei confronti della precedente amministrazione – tanto che ancora adesso, a tre anni di distanza – imputa all’amministrazione Brancati tutta una serie di responsabilità operative e gestionali, ma nessuno si era spinto ad equiparare l’azione della giunta Brancati a “questi balordi emuli di Himmler” (sic). Ma al di là dell’azzardato e volutamente offensivo paragone, sorge il sospetto che la vera ragione dell’indignazione dell’Assessore Devetag tragga origine dal fatto che oggetto dell”epurazione” siano stati due libri “prestigiosi e (costosi)”, come si premura di ricordare, editi sotto la cura del suo assessorato. Più avanti, nel suo articolato intervento, l’assessore rivendica “all’operato dell’attuale sindaco Romoli la valorizzazione turistica del centro storico”, forse dimenticando che è proprio di qualche giorno fa la notizia di un -17% (meno 17%) le presenze di turisti in città. Chapeau! Ma pare accertata la sua spiccata insofferenza per i numeri e i bilanci, visto il deficit accumulato da Mittelfest, in un solo anno, sotto la sua presidenza.
La vera forma mentis del nostro assessore la rivela poi l’affermazione secondo cui astutamente la giunta Brancati avrebbe fatto gettare (quindi si presume un ordine a tal fine) assieme ai “prezionsi e costosi volumi” anche qualche vecchia pubblicazione in sloveno, il tutto per mascherare “con meschina astuzia una certa imparzialità”. E qui, credo, siamo alla patologia della politca, quella che lo rende e lo rivela quale perfetto militante del Pdl- Partito dell’Amore.
Dario Ledri
Caro Ledri,
in realtà l’assist per Devetag l’ha fatto la consigliere dell’opposizione Marilka
Koršič con la sua interpellanza. Su di me la palla è solo rimbalzata e mi è toccato avere il ruolo di Lapo Elkann alla partita dei Lakers (me misero, che brutto termine di paragone!). Quando il discorso cade sulle due mostre che ho curato per conto del Comune, dieci anni fa, inevitabilmente m’incavolo di brutto. Purtroppo il clima era effettivamente quello descritto da Devetag. Per l’opposizione un’iniziativa presa dalla maggioranza inevitabilmente riusciva a falsare la storia di Gorizia. Sembra che nessun politico si sia preoccupato di leggere cosa fosse scritto in quei grossi volumi: neanche Devetag, ho paura, che pure era l’assessore che aveva promosso le mostre. Non ho mai sostenuto che Gorizia nei secoli XVI-XVII si sia “italianizzata” per l’arrivo di friulani, veneti, lombardi. La tesi che speravo di aver espresso in “Gorizia Barocca. Una città italiana nell’impero degli Asburgo” (dove “impero degli Asburgo” conta tanto quanto “italiana”) era che in quello spazio di tempo la cultura italiana era egemone nell’area centro-europea cattolica e come tale aveva inevitabilmente caratterizzato una provincia austriaca di confine come Gorizia. Da tempo vado ripetendo che “Gorizia è una città della Controriforma”. L’ultimo capitolo di “Divus Maximilianus” s’intitola infatti “La Controriforma e il confine orientale d’Italia”: dove quel “confine orientale” è delineato al di fuori da ogni prospettiva nazionale di origine ottocentesca, ma solo in relazione ai problemi specifici dell’epoca. Quanto alla “patologia della politica”, caro Ledri, mi lasci invece esprimere l’amarezza di uno studioso specializzato in secoli lontani e, di massima, politicamente neutri per l’isolamento in cui è stato tenuto dalle amministrazioni di centro-sinistra (Provincia e Comune) dopo la collaborazione con la giunta Valenti-Devetag. Il disinteresse (ostracismo è un termine troppo impegnativo da usare) ha colpito gli stessi temi di storia goriziana che ho affrontato in quegli anni. Non c’è stato alcun interesse da parte degli amministratori pubblici per volumi, credo importanti, che ho curato presso un editore come Marino De Grassi (Edizioni della Laguna), certamente impegnato politicamente nel centro-destra, ma pur sempre un rappresentativo editore locale. Le amministrazioni di centro-sinistra non hanno minimamente sostenuto, neanche moralmente, opere come la riedizione dell’Istoria della Contea di Gorizia di Carlo Morelli o la raccolta di saggi Da Ottone III a Massimiliano I. Gorizia e i conti di Gorizia nel Medioevo. Sono stati libri molto impegnativi, che mi hanno costato molta (troppa) fatica e zero introiti. Quanto al compenso morale, può immaginare cosa abbia potuto pensare quando il sindaco Brancati presentava in pompa magna, al Verdi o altrove, opere promosse dalla sua amministrazione, non spetta a me giudicare se di analoga importanza. Questa polemica, che si è articolata con ampiezza in pochi giorni, è iniziata perché mi ero lamentato che a Gorizia tutto finisce in politica. E’ proprio così: tutto finisce in politica e, ribadisco con le mie parole, “in una politica rancorosa, aggressiva, ottusa”. Temo però che il male sia diffuso in profondità e ormai inestirpabile. Quanto a me, spero di continuare a seguire la mia linea, nell’auspicio che qualcuno si sforzi di capirla. Grazie dell’ospitalità
Silvano Cavazza
Caro Professsore Cavazza,
mi scuso se involontariamente l'ho tirata in ballo facendoLe fare la parte – come Lei richiama con grande ironia – di Lapo Elkann alla partita dei Lakers. In effeti il Suo intervento si è limitato ad un involontario tocco di mano, come Lei ha fatto notare, mentre l'assist, per restare al linguaggio cestistico, l'ha fatto la consigliera dell'opposizione Korsic. Ma forse, vista la piccata nota dell'Assessore Devetag, di assist non c'era bisogno. Di certo non è questo il punto.
Per parte mia non ho difficoltà a confermarLe la mia piena condivisione delle sue parole circa la giustissima critica all'operato della Giunta Brancati circa la sciagurata distruzione dei due volumi richiamati, come peraltro ho già pubblicamente scritto. Con stima.
Dario Ledri
Oltremodo vergognoso che degli amministratori pubblici di qualunque veste si ammantino, centro, destra,sinistra,abbiano gettato nelle immondizie dei libri che il comune cittadino non riesce ad acquistare per la vistosità del prezzo. Mutilare la cultura già tanto denutrita in questo modo, è un reato che andrebbe severamente punito a prescindere dall'autorità ricoperta da cotanto REO.
Intervengo nel dibattito soltanto per ringraziare il prof. Cavazza per la bellissima profonda lezione che ha tenuto in occasione dell'inaugurazione dell'opportuna lapide dedicata a Trubar. E' stato un momento di grande intensità, una vera festa senza confini per tutti i cittadini goriziani; neppure la pioggia battente ha impedito a tanti di essere presenti e di sentirsi coinvolti dai vari interventi e dai bei canti.
Mi dispiace per la distruzione dei libri e non sono particolarmente caldo nei confronti delle diatribe su "chi c'era" e "chi non c'era". Tuttavia, cercando anch'io il classico pelo nell'uovo, mi permetto un'eccezione ritenendo che i peraltro molto bravi organizzatori avrebbero dovuto invitare anche una/un rappresentante della comunità protestante metodista di Gorizia.