In attesa del risultato definitivo del Lazio dove Polverini e Bonino sembrano divise da qualche manciata di voti ci si può già attendere il ritornello di vittoria di tutti i protagonisti di questa tornata amministrativa.
Apparentemente tutto è andato come previsto: il centro destra può (legittimamente) godere della “strappo” di tre regioni (Calabria, la scontata Campania e forse Piemonte) e può in ogni caso incamerare un risultato significativo in Lazio dove ha corso nella circoscrizione di Roma senza la lista Pdl.
Il centro sinistra tutto sommato ha “tenuto”, perdendo ciò che pensava di perdere e andando meglio del pronostico in regioni a rischio come la Puglia: se conquisterà il Lazio potrà certamente dichiarasi soddisfatto.
I problemi comunque restano: per il centro destra la conquista in pratica di tutto il nord del nord significa un sorpasso politico e in certi casi anche numerico da parte della Lega nei confronti del Pdl, il che non sarà senza riflessi per ciò che concerne la politica nazionale; per il centro sinistra c’è la necessità di interrogarsi sul fatto che l’unico vero vincitore inatteso è stato Vendola, molto poco gradito da un Pd clamorosamente sconfitto alle recenti primarie pugliesi.
Non hanno fatto sfracelli i “terzi incomodi” che peraltro nel caso dell’Udc si sono schierati con molta coerenza con il centro sinistra o con il centro destra a seconda di dove pensavano di raggranellare di più.
Se escono ridimensionati il pdl e il pd si deve annotare un vero trionfo della Lega, in particolare nel Veneto “cattolico”. E si deve riconoscere che sta rinascendo la sinistra, una “voglia di sinistra” al di là dei partiti che la esprimono. E forse questo, così a prima vista, è l’unico dato veramente positivo delle regionali 2010.
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