La vigilia delle “regionali” porta molte preoccupazioni. La crisi finanziaria poi trasformatasi in economica e occupazionale si fa sentire forte e non sembra che ci siano proposte politiche in grado di uscirne insieme a testa alta. Forse per questo si è molto alzato il livello dello scontro su aspetti solo apparentemente marginali quali le azioni di intimidazione nei confronti dei media di cui è accusato Berlusconi (ma è incredibile che dei giudici vengano messi sotto inchiesta per la fuga di notizie e non siano messi a tema i contenuti molto espliciti delle intercettazioni!) e le questioni procedurali relative alla presentazione delle liste elettorali in Lazio. In questo modo vengono coperte le falle di un sistema di Governo che di fatto non sembra essere in grado di gestire la drammatica situazione contingente; ma forse si evidenziano anche la divisione intrinseca e lo stato confusionale in cui versano il centro sinistra e la sinistra.
Questi ultimi infatti devono urgentemente presentarsi con un progetto politico valido, articolato e sostenibile. La magistratura e il pianeta mediatico hanno sufficienti strumenti per denunciare e accertare violazioni della legalità: il premier è un maestro nel trasformare a proprio favore situazioni all’apparenza disperate. E anche questa volta gli scenari non sono incoraggianti: la manifestazione del prossimo sabato scomoda gli assoluti e saccheggia l’esperienza della più efficace predicazione cattolica con un titolo da brivido “L’amore vince sempre sull’invidia e sull’odio”, c’è da scommettere che piacerà; le elezioni in Lazio rafforzeranno comunque il premier il quale, se la Polverini vincerà griderà al trionfo contro le forse del male, se perderà avrà buon gioco nel sollevare le folle contro i secondo lui evidenti soprusi dei “comunisti”.
Che fare allora, nella previsione di un futuro che, alla luce di quanto sta accadendo in Grecia, non sembra essere aperto a margini di miglioramento?
E’ indispensabile respirare con due polmoni: quello teorico della ricerca di una forma democratica realmente in grado di coniugare le istanze di diverse concezioni della persona umana e della sua dimensione sociale (in altre parole superare la tremenda crisi della filosofia occidentale in una nuova sintesi, sempre che non sia troppo tardi e la globalizzazione dei mercati non abbia già di fatto omologato le culture planetarie); quello pratico della risposta alle urgenze di una base sempre più estromessa dai processi decisionali dalle diverse “caste” che gestiscono i soliti “poteri” economico, politico, religioso, mediatico e culturale (in altre parole concepire la “politica” nel senso etimologico di arte di gestire la polis, in un servizio incondizionato al bene comune).
Ciò vale a livello macro e micro, mai come adesso connessi. Per questo la prossima assemblea del Forum ha un valore che trascende le importanti problematiche locali e offre la possibilità di ragionare sulla prospettiva di una riaggregazione della sinistra, affinché possa diventare soggetto in grado di governare il Paese nel suo insieme e le amministrazioni regionali e locali.
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