Ma adesso, chi andrà in bici?
La Commissione Lavori Pubblici del Senato, introduce il casco obbligatorio per i ciclisti e l’obbligo di un dispositivi rifrangente da indossare nelle ore notturne per essere ben visibili. Va bene per questa norma in quanto, nonostante tutto, molti ciclisti, a scapito della loro incolumità, non usano luci. (A questo proposito è interessante guardare questo video al link http://www.youtube.com/watch?v=FuS5haCEejA .)
Ma il casco è proprio necessario? Certo, una caduta in bici può essere molto pericolosa, ma allora anche il pedone può cadere mettendo male i piedi percorrendo un marciapiede dissestato – e ce ne sono – oppure può succedere una distrazione! Indubbiamente chi fa dell’agonismo o cicloturismo percorrendo molti chilometri al giorno farà una libera scelta.
Un simile obbligo potrebbe portare una disaffezione all’uso della bici e vanificare tutti gli sforzi che alcune Amministrazioni locali stanno facendo per incrementare l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto urbano abituale, tra cui il “bike sharing” (a Gorizia non è ancora partito).
Negli altri paesi europei, ove la bici è diventato un mezzo di trasporto cittadino molto utilizzato, il casco non è obbligatorio.
In altre parole, si cerca in tutti i modi di penalizzare il ciclista piuttosto che favorirlo. Anche qui conviene ricordare cosa dice il codice della strada:
“TITOLO II :DELLA COSTRUZIONE E TUTELA DELLE STRADE
Capo I: COSTRUZIONE E TUTELA DELLE STRADE ED AREE PUBBLICHE
4-bis. Le strade di nuova costruzione classificate ai sensi delle lettere C, D, E ed F del comma 2 dell’articolo 2 devono avere, per l’intero sviluppo, una pista ciclabile adiacente purché realizzata in conformità ai programmi pluriennali degli enti locali, salvo comprovati problemi di sicurezza.”
Nevio Costanzo
Rispondo di getto all'amico Nevio. Passi il casco, passi pure il giacchino riflettente che possono tornare utili. Ciò che non deve passare sono quelle assurde norme da ventennio nero, uniche in Europa,con le quali, per interessi elettorali, si vanno a costruire i ponti dove non passa l'acqua. Invece di perseguire le infrazioni vere, quelle pericolose di cui l'italico automobilistico costume fa scempio,ecco che il "leguleio" di turno si mette a produrre idiozie come quella di togliere i punti e, visto il prevedibile accanimento, anche la patente auto a chi commette quelle risibili infrazioni alla "pierinovia" con la bicicletta. Statene certi o sonnacchiosi ciclisti! Verrà, come avevo previsto con una mia lettera in "agenda", anche la cintura dal manubrio al forcellino posteriore. Sarà il nostro sottomesso, pecorale silenzio a consentirlo. Continuiamo a…fregarcene…tanto non tocca a me… Una rondine(Nevio)non fa primavera e quella primavera che ci vorrebbe è ben lontana dalla nostra repressa indole. Per ora subiamoci queste restrizioni. Forse quando ci faranno uscire gli occhi dalle orbite strozzandoci, ci organizzeremo meglio di come siamo stati capaci di fare qualche mese fa.Per estendere il desiderio di ragionata libertà a tutta la ciclistica nazione ci vorrà un altro Mosè che vedo ben lontano dall'attuale ,tetra realtà.
Ci manca ancora il casco obbligatorio sulla bici, non mi ci vedo ahimè. Li dovrebbero indossare solo i ciclisti/professionisti da corsa, quelli si che son pericolosi quando si mettono in tre file parallele a 40 km/h e guai dirgli qualcosa! I politici dovrebbero pensare agli oltre 50 ordigni nucleari ed altre porcherie varie sotto il suolo di Aviano, altrochè…
Wake UP Friuli V. G.