E adesso? Non c’è nessun politico in Italia che sia stato vicino e che conosca bene Silvio Berlusconi quanto Gianfranco Fini. Lo strappo di ieri non sembra atto da annoverare tra giochetti e strategie di corrente: a tempi brevi non si vede quale vantaggio potrebbe ritornare al presidente della Camera dal suo mettersi “contro” su tematiche fondamentali quali economia, immigrazione e legalità. Quindi, se il più fedele alleato del premier si chiama fuori vuol dire che – al di là dei risultati elettorali – la situazione è veramente preoccupante. La Lega “conta” sempre di più nella coalizione di Governo, la smania di potere del presidente del Consiglio porta a preferire la defenestrazione di Fini piuttosto che il freno alle mire politiche di Bossi.
E adesso la palla torna al centro sinistra dove il pd bersaniano rischia veramente di essere soffocato dalla probaibile ricostruzione dell’antica Democrazia cristiana (con l’aggiunta di una componente “laica” finiana). Il classico “dire qualcosa di sinistra” diventa ora un’esigenza di sopravvivenza per le troppe anime di un partito ancora lontano dalla chiarezza sulla propria identità.
Ciò vale anche per il territorio goriziano dove è evidente che le prossime scadenze elettorali (Provincia di Gorizia e Comune di Monfalcone nel 2011, Comune di Gorizia nel 2012) non potranno essere affrontate con gli accordi presi tra le solite conventicole di navigati politicanti. Occorrerà invece unire la freschezza della novità portata dai movimenti politici di base con l’esperienza prima culturale che politica della parte più innovativa dei partiti. Sarà necessario costruire programmi sostenibili e credibili prima che cercare i nomi dei “soliti noti” da presentare ai sempre più disincantati e delusi elettori. Prima che sia troppo tardi.
Chi ha visto le immagini dell'assemblea del PdL con gli attacchi di Fini al Cavaliere, il viso stravolto di quest'ultimo, lo scambio di accuse senza esclusione di colpi forse si è chiesto ma la destra ha proprio preso tutto? Fa maggioranza e pure opposizione? Perchè il dato politico risulta la totale afasia del Pd, di coloro che dovrebbero costituire l'asse dell'opposizione che si apprestano "responsabilmente" a sostenere le cosiddette riforme, compresa quelle della giustizia che oggi vuol dire impunità per Berlusconi. A tal proposito occorre ricordare che il Pd, dopo aver portato il suo popolo in piazza contro il decreto salvaliste, prontamente firmato da Napolitano, dopo che il decreto era decaduto si è affrettto a votare la leggina ad hoc con PdL e Lega pur di salvare il risultato elettorale che per il segretario Bersani è stata una vittoria per 7 a 6. Ma si trattava di salvare il governatorato di Errani ( e di Formigoni) eletto per la terza volta in dispregio della legge che consente solo due mandati. Questo è il senso della legalità del Pd! Venendo a questioni a noi più vicine il Pd regionale ha di fatto per il momento accantonato ogni porposta di prevedere nello statuto regionale un numero massimo di mandati per i consiglieri regionali visto l'impossibilità di trovare un accordo tra chi ne indicava 2, eventualmente con deroga elevabili a 3, e chi in vece puntava al 3+1. Magari potevaon chiedere luni alla famiglia Fassino, visto che la signora – che nesuno ricorda per una qualche significativa iniziativa politica in un quarto di secolo di frequentazione delle aule parlamentari, è stata consdidat per 5 volte. Chissà, forse la famiglia Fassino si ritrovava in una difficile situazione economica e occorreva trovare una occupazione alla moglie.
Nel nostro piccolo il Pd goriziano, o meglio i giocani leoni del Pd locale, guardano con attenzione al centro, all'Udc, al voto moderato (evidentmente devono sentirsi degli estremisti) per battere il centrodestra. Ma forse non sarebbe più semplece se gli stessi passassero, armi e bagagli, al centro. Oggi, forse, potrebbero trovarvi anche Fini, che spiegherebbe loro come fare opposizione al Cavaliere.
Donald Lam