Decisamente il sindaco Romoli e l’assessore Devetag hanno ottime capacità di adattamento all’ambiente mediatico.
Il primo, che aveva accusato di disfattismo chi esprimeva qualche ragionevole perplessità sulla fretta con la quale era stata inaugurata solennemente la nuova piazza sant’Antonio, dichiara oggi “di aver segnalato lo stesso giorno le crepe sulle piastrelle appena posate”. E così risponde agli ignari cittadini stupiti di rivedere le ruspe davanti ai bei portici.
Il secondo, smettendo il linguaggio rozzo che l’aveva portato ad accusare chi non era in accordo con lui di “spargere materia bruta in giro per la città”, replica oggi ritornando al suo solito più pacato ritornello “sul piano culturale abbiamo ereditato cinque anni di nulla”. Chissà perché allora tutte le manifestazioni da lui citate come “fiore all’occhiello” sono state valorizzate se non addirittura inventate dalla Giunta Brancati e l’assessore stesso si è prodigato per riconfermare come direttore del Teatro la stessa persona (giustamente) individuata dall’assessorato Cressati.
Insomma di fronte alle critiche o le si cavalca dicendo il contrario di quanto affermato un mese prima o semplicemente non si risponde: la commissione cultura, che dovrebbe essere il luogo deputato ad affrontare il percorso culturale della città, si è riunita tre volte in tre anni; delle costruttive proposte avanzate da parte dell’opposizione nessuna traccia.
Dopo tre anni di amministrazione i protagonisti si arrampicano ancora sugli specchi del “tutto il male viene da prima tutto il bene (quale?) viene da adesso”. Non c’è poi tanto da meravigliarsi, chi “guida” la città è erede di “sani” principi quali “il capo ha sempre ragione”, “credere, obbedire e quando necessario combattere”.
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