In un interessante articolo apparso sul n. 11/2009 di Aggiornamenti Sociali, Bartolomeo Sorge, direttore emerito di tale rivista, che si configura come l’organismo di studi sociali dei Gesuiti, già direttore di Civiltà Cattolica, politologo di razza, animatore, con Ennio Pintacuda, della Libera Università della Politica di Palermo, propone una circostanziata riflessione sulla necessità di creare, in Italia, un Polo della Solidarietà, che possa raccogliere anche la presenza dei cattolici, portando a compimento l’utopia sturziana e attuando, in tale ambito di elaborazione politica, la dottrina sociale della Chiesa.
Sicuramente, questo “centro che guarda a sinistra”, capace di raccogliere quel che resta dei movimenti popolari del nostro Paese, si contrappone al populismo mediatico della destra. Ma non sembra poter includere una cultura “di sinistra” più avanzata, che parte da una critica forte, articolata e circostanziata, all’attuale modello economico che prevale nel mondo, quel capitalismo che molti studiosi definiscono tecno-nihilista, per sviluppare una nuovo modello di società che si basi su nuove forme economiche, nuovi stili di vita.
Manca sempre, nel nostro Paese, il luogo che vada a raccogliere, in un progetto politico coerente, le esperienze politiche della sinistra storica, includendo in tale categoria tutti i frammenti che si collocano a sinistra del PD e che in tale forza politica non trovano riferimento.
Molte persone provenienti da verdi, comunisti e post-comunisti, sinistra socialista, movimenti pacifisti, volontariato sociale, cristiano-sociali, ecc. non riescono a trovare dimora negli attuali schieramenti politici.
Si parla da tempo di un patto federativo che vada ad aggregare le aree politico/culturali della sinistra storica con i movimenti e le reti della cosiddetta società civile, ma nessuno sembra capace di creare una rete di reti, di sviluppare un progetto politico di ampio respiro, di elaborare una linea strategica.
L’importante, perlomeno, è di non replicare l’esperienza della Sinistra Arcobaleno: bruciare un progetto assolutamente interessante, che avrebbe richiesto un processo, obbligatoriamente complesso e di medio termine, di coinvolgimento della società civile, per motivi elettorali.
Bisogna, a mio avviso, attivare sin d’ora un processo complesso, partecipativo, ampiamente inclusivo, che parta dal basso, che sappia produrre, in ciascuna comunità, in ciascun territorio, momenti di confronto ed incontro sulle parole chiave che possono accomunare questa nuova sinistra.
Una sinistra che sappia riconoscere la pari dignità di tutte le storie di ciascun soggetto, di ciascuna cultura politica, di ciascuna esperienza sociale di quanti potrebbero aderire; che sappia, da queste storie, da questi percorsi, estrarre un quadro valoriale significativo, omogeneo e condiviso.
Una sinistra non “ideologica”, non antagonista, non radicale. Una sinistra di governo, capace di gestire con efficacia la cosa pubblica.
Decrescita, solidarietà, sussidiarietà, ambiente, pace, non violenza, convivenza, libertà (vera!), multietnicità, dignità della persona, pari opportunità, giustizia sociale, lavoro, diritti umani per tutti, ed altro ancora……
Molti di questi temi sono stati trattati da Nichi Vendola nel suo bellissimo intervento a Marzabotto, il 25 aprile. Da vedere su Facebook.
Concludo con l’auspicio che anche nell’Isontino si possa quanto prima dare inizio a questo processo, trovando, senza dover arrivare all’autunno, un momento di confronto fra tutte le anime, le culture, le esperienze, le reti che possono confluire in un percorso politico capace di generare una sinistra non più ottocentesca, novecentesca, ma dotata di tutti gli strumenti culturali, politici e sociali per interpretare e vivere le sfide della contemporaneità.
Paolo Zuliani
Rispondi