Mentre sui quotidiani infuria la polemica sui malumori personalistici del centro destra (su quali linee politiche? su quali programmi? su quali posizioni ideali?) il valico di san Pietro è messo all’asta per portare nelle casse del Comune un gruzzolino di 35mila euro. E’ un atto grave che manifesta la limitatezza e l’arroganza dell’attuale Giunta comunale.
La limitatezza deriva dall’incapacità di cogliere l’occasione di un luogo “storico” per avviare un progetto culturale di poco costo e di ampio respiro: il valico di San Pietro ricorda la storia della seconda metà del Novecento goriziano, con la caduta di due “muri” importanti, la frontiera fra Slovenia e Italia e quella tra il manicomio e il mondo sedicente “normale” grazie all’esperimento basagliano. Un piccolo museo e un collegamento con il parco Basaglia favorirebbero oltremodo quel turismo culturale che potrebbe attirare a Gorizia tante persone animate dal desiderio di conoscere la recente storia complessa di questa città.
L’arroganza deriva dal fatto che su precisa richiesta del Forum per Gorizia in Consiglio Comunale fu risposto da parte dell’assessore competente con l’assicurazione che a tempi brevi nulla sarebbe accaduto, mentre il solo consigliere Valenti aveva detto a chiare lettere che tale progetto non interessava in alcun modo l’attuale amministrazione.
Una volta tanto i fatti hanno dato ragione a Valenti, il valico è stato messo all’asta e il Museo diffuso del Novecento goriziano è definitivamente messo nel cassetto. Evidentemente per questa amministrazione la storia del Novecento goriziano si identifica esclusivamente con i tragici avvenimenti del maggio ’45: su tutto il resto evidentemente preferisce sorvolare e saltare indietro con la macchina del tempo fino alle folkloristiche suggestioni medievali e ai presunti fasti dell’antica Contea.
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