Pare proprio che da qualche tempo il quotidiano “Il Foglio”, diretto da Giuliano Ferrara, sia diventato l’house organ del Pd in materia di giustizia e di riforme. Ad esso ricorre il responsabile giustizia del Pd Andrea Orlando per annunciare la disponibilità del partito a una riforma della giustizia, a partire dalla necessità di porre un freno al’azione dei pubblici ministeri (pare di sentire Berlusconi, solo che lui ci aggiunge il termine “politicizzati”), oppure il responsabile delle riforme istituzionali, l’ineffabile Violante che serafico commenta: “Devo dar credito al presidente del Consiglio di volere le riforme”, e ora tocca al vicepresidente del gruppo Pd alla Camera, on. Alessandro Maran. In una lunga lettera al Foglio, Alessandro Maran si indigna per la lunga detenzione preventiva (alla data poco più di 2 mesi) di Silvio Scaglia, il fondatore di Fastweb, indagato per un maxiriciclaggio da 2 miliardi di euro, che trova “ingiustificata e scandalosa”. L’on. Maran,che trova eccessivo il potere dei magistrati, si lancia poi in un azzardato paragone rilevando che “solo la magistratura iraniana ha simili prerogative” (vedasi anche l’articolo apparso su “La Repubblica” – 8 maggio 2010) e non ha remore nel definire “giusta” la proposta della Lega di eleggere i pm.
Ora, a parte la banale considerazione che, anziché ricorrere al Foglio di Giuliano Ferrara per esternare le idee guida del Pd in materia di riforma della giustizia, come ha fatto Andrea Orlando in un articolo dal titolo “Caro Cav. il Pd ti offre giustizia” o come ha fatto l’on. Alessandro Maran stigmatizzando l’operato dei magistrati impegnati ad indagare su un’operazione ritenuta di riciclaggio da 4 mila miliardi di vecchie lire, questi autorevoli esponenti Pd avrebbero potuto pensare a qualche giornale a loro più vicino per esternare le loro posizioni in materia, resta il fatto, tutto politico, del totale marasma ideale e progettuale in cui pare caduto il Pd. Non a caso, oggi su “Il Fatto Quotidiano” ha gioco fin troppo facile Bruno Tinti a mettere alla berlina le considerazioni di Maran affidate al Foglio (l’assessore Devetag, per l’occasione, avrebbe parlato, di utilizzo in quantità notevoli di “materia bruta” sotto cui seppellire i ragionamenti del nostro onorevole).
Un qualsiasi elettore democratico, però, potrebbe obiettare che forse l’on. Maran, come il collega Orlando, per l’occasione si è spinto un po’ troppo oltre, ma che la linea alternativa del Pd, in materia di giustizia e di riforme istituzionali, risulta totalmente altra. Insomma che si sia trattato di un deplorevole incidente di percorso. Spiace disilludere il nostro elettore, ma è sufficiente leggere le considerazioni dell’on. Maran pubblicate sul secondo numero del giornale “goriziaeuropa”, bollettino del Pd goriziano, circa le priorità del Pd per risalire la china, e sperabilmente per ritornare a vincere. “Proprio per stare dalla parte degli italiani, il problema principale del Paese è quello di una modernizzazione mancata. Ed è proprio lo Stato il nostro peggior problema. Cioè la gravissima crisi di efficienza e affidabilità del sistema politico-istituzionale. E visto che la nostra repubblica è già cambiata … visto che da un pezzo la premiership è diventata la vera e fondamentale posta in gioco, perché allora non è il centrosinistra ad avanzare e precisare il tema del presidenzialismo come compimento necessario dell’Italia federale? Una volta tanto, come se Berlusconi non ci fosse e a starci a cuore fossero solo gli italiani”.
Ecco, se c’era qualche dubbio in proposito circa l’alterità del Pd al PdL nella concezione dell’on. Maran, eletto dal cosiddetto popolo di centrosinistra isontino, dobbiamo prepararci a qualche versione tecnocratica ed efficientista del presidenzialismo in luogo di un presidenzialismo populista, straccione e autoritario alla Berlusconi. Il tutto, si sa, quale “compimento necessario dell’Italia federale”
Dario Ledri
Ah, quello è il rimedio? Il presidenzialismo! Ma come mai non ci avevamo pensato prima? Da lì dipende la crisi finanziaria, la speculazione sull'euro, la crisi del reddito di milioni di lavoratori, la scomparsa dell'Europa, la crisi della classe dirigente italiana. Dal presidenzialismo mancato e dal fatto che abbiamo una giustizia simile a quella iraniana! Non dal fatto che abbiamo una classe politica che evidentemente esce dal parlamento quando parla Tremonti ma non per andare "tra le masse" come si diceva un tempo, ma a stendersi su qualche lettino dei centri di bellezza.
Maran non può più contare sul mio voto
Errata corrige: il fondatore di Fastweb Silvio Scaglia non è indagato per riciclaggio, come erroneamente scritto, ma "solo" per "associazione per delinquere finalizzata ad evasione fiscale e per dichiarazione infedele mediante l'uso di comunicazioni inesistenti" come nota il suo portavoce dott.ssa Stefania Valenti con una nota su "Il Fatto Quotidiano". Ne prendo anch'io volentieri atto, ricordando che il riciclaggio viene punito con una pena da 4 a 12 anni mentre per l'associazione a delinquere la pena si riduce da 3 a 7 anni. Ogni altro commento mi pare superfluo.
Dario Ledri