Uno strano morbo ha colpito la viabilità goriziana:l’influenza semaforina. Prima c’è stato l’intervento sul centralissimo semaforo tra via XXIV maggio e Corso Italia, guarito dai tecnici alcuni mesi dopo che la sua pronunciata pendenza aveva provocato molti solidali scuotimenti di testa da parte dei concittadini. Poi il problema si è trasferito in zone più periferiche ma non meno trafficate; l’impianto tra le vie Ristori e Trieste il quale, nonostante le frequenti dichiarazioni di vicnianza apparse sui quotidiani e i lodevoli tentativi degli assistenti, sembra aver addirittura acquistato un discepolo: il dirimpettaio (in via Trieste) ha cominiciato a pendere, sia pur lievemente. Resta un po’ più preoccupante la situazione di un altro semaforo che ha cominciato a pendere in via Brigata Casale, forse in questo caso attirato dai morbidi e invitanti materassi del negozio retrostante.
Pendono i semafori, pendono i cartelli stradali, pendono le insegne dei negozi ormai chiusi; probabilmente è il simbolo di una città che pende in attesa di un rimedio in grado di fermarne il declino e che può essere soltanto una nuova amministrazione e una nuova politica in grado di costruire una nuova città con il concorso e la partecipazione di tutti i cittadini.
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