Alcuni consiglieri “dissidenti” del PDL mi rimproverano di averli accusati di essere una piccola “casta” senza conoscerli personalmente. Mi pare che ancora una volta sfugga il significato della parola “politica”, oppure che il senso di questo termine sia diametralmente distante a seconda di chi ne parla. Io avanzo dei dubbi sulle mosse pubbliche dei consiglieri. Non ho nulla di personale quindi contro di loro, ma, da quando sono in consiglio comunale non ho sentito quasi mai interventi di opposizione politica all’uno o all’altro assessore, molto raramente ho sentito la frase “non fate questo, fate invece quell’altro”, dunque le motivazioni del conflitto che si è aperto nel PDL non sono affatto chiare. A meno che dire “ci vuole rinnovamento”, “cambio di passo”, “che circoli aria nuova” non siano i nuovi obiettivi di un disegno politico che risulta oscuro ai più, anche perchè viene poi accompagnato da attestati di stima e fedeltà al sindaco, che di questa giunta e della sua politica è garante. Se c’è dell’altro, invece, se ci sono idee diverse sulla gestione pubblica, sarebbe interessante conoscerle, poterne magari discutere in sedi appropriate, confrontando i punti di vista, elaborando linee amministrative efficaci per la città. Di questo Gorizia ha bisogno: proposte chiare e discusse alla luce del sole.
Perchè, se si vuole maggiore trasparenza, non si dice che il consiglio comunale, convocato così di rado, è una ferita alla democrazia, alla trasparenza, alla partecipazione e lede profondamente la possibilità di tutti i consiglieri, di maggioranza e di opposizione, di svolgere con efficacia il proprio mandato?
Anna Di Gianantonio
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