Con l’aiuto dei cospicui finanziamenti dell’Unione Europea e dei “tagli” previsti nella misura di circa 30 miliardi di euro la Grecia dovrebbe uscire dalla crisi che la sta soffocando.
Sì, ma quali saranno le conseguenze di questa impresa?
A livello continentale è presumibile una ripercussione negativa su altri paesi, soprattutto quelli più deboli tra i quali c’è naturalmente anche l’indebitatissima Italia. Commentando le notizie di questo periodo qualche esperto del settore parla addirittura di uno sdoppiamento della moneta unica con l’istituzione del “sudo” ad uso delle economie più fragili.
A livello di Nazione c’è da scommettere che l’enorme “taglio” penalizzerà soprattutto le classi lavoratrici e il sistema dei servizi sociali. Non è purtroppo difficile prevedere scenari di guerra fra poveri – soprattutto tra immigrati e autoctoni – e di crescita esponenziale del disagio sociale.
Secondo la maggior parte dei commentatori ciò che sta accadendo in Grecia toccherà ben presto anche al Portogallo e il nostro Paese potrebbe seguire a ruota, nonostante le critiche di disfattismo rivolte dal presidente del consiglio a chi descrive la nuda realtà dei fatti.
Insomma, è inutile andare avanti alla cieca, è meglio prendere atto che la situazione è grave e che ci attendono tempi difficili. Per questo occorre impegnarsi, con disponibilità al confronto ma anche con chiarezza programmatica. Tutte le forze sociali sono chimate a fare la propria parte, ma è indispensabile che siano allontanti quanto prima tutti i mestatori di una pseudopartititca fuori dal tempo e ci sia un soprassalto di autentica “politica”, con volti nuovi e puliti pronti a null’altro che al servizio del bene comune dei cittadini.
A partire proprio dalla Grecia, culla – con tutte le criticità e i distinguo – della filosofia occidentale, della democrazia e della libertà individuale.
Credo che accadrà anche in Italia… la nuvola scaturita dal vulcano islandese è di cattivo presagio…