Primo maggio a Gradisca d’Isonzo. Come in tutta Europa anche la provincia di Gorizia ha sfilato con i lavoratori lungo le strade di Gradisca. I volti degli operai dietro agli striscioni delle fabbriche, i dialoghi intercettati tra una stretta di mano e l’altra, i (soliti) discorsi degli oratori di giornata… tutti hanno espresso la propria preoccupazione.
I temi sono quelli del momento: la crisi finanziaria trasformata dai “piloti del vapore” in crisi economica e occupazionale, i giochi internazionali che stanno mettendo ko la Grecia e avviando un vizioso processo di involuzione nell’Europa dell’euro, l’insufficienza delle misure adottate da un Governo nazionale che continua a negare l’evidenza, la particolare situazione locale con le ripercussioni delle delocalizzazioni delle più importanti attività lavorative e il rischio di sfruttamento nei confronti dei lavoratori immigrati. In altre parole, è stato giusto festeggiare anche se circola poca voglia di far festa.
Qualche nota ulteriore: non è simpatica, anche se molto realistica, la divisione fra la “casta” di autorità/politici/sindacalisti prima in testa al corteo poi sul palco e il popolo dei lavoratori disperso (sostanzialmente disinteressato alle parole provenienti dal palco) intorno al prato della piazza di Gradisca. Mai come quest’anno si è rilevata la distanza anche fisica tra i rappresentanti eletti e la stragrande parte dei cittadini. Per non parlare di chi ha preferito non presentarsi, come il Comune di Gorizia evidentemente non interessato a un argomento che dovrebbe coinvolgere tutti perché coinvolge il presente e il futuro di tutti, nessuno escluso e indipendentemente dal “colore” della concezione politica.
Per l'attuale amministrazione comunale l'ennesima figura di merda. Ma è una sua costante, non lo fanno di proposito, il fatto è che sono proprio così.