In coincidenza con la manovra da 24 miliardi di euro, gentile dono del governo Berlusconi che sino a ieri aveva negato l’esistenza di una situazione critica per l’Italia e oggi l’addebita – come un “magliaro” qualsiasi – al defunto governo Prodi di 3 anni addietro, ha preso voce in città la convinzione della necessità di un taglio delle prebende dei politici. Ha iniziato il sindaco con la dichiarazione di volersi ridurre l’indennità di carica, ammontante a 3656 euro netti, del 5%, pari a 183 euro al mese. Ha ripreso la questione il consigliere regionale Brandolin che in alternativa proponeva la riduzione del numero degli assessori comunali e provinciali e la soppressione delle figure di presidente dei relativi Consigli. A lui rispondevano Sindaco e i presidenti chiamati in causa rilanciando un taglio del numero dei consiglieri regionali e, soprattutto, una decurtazione delle loro lautissime prebende. Non è poi mancato l’inopportunol piagnisteo dell’on. Maran, vicecapogruppo del Pd alla Camera, che – tolto il contributo al partito – guadagna meno del “direttore della camera di commercio del mio paesello” (sic). Tradotto in contanti 65.756 euro lordi! Su tutto faceva premio la dichiarazione del sottosegretario Adolfo Urso (PdL) che, avendo contratto mutui per 8.000 euro al mese, con un taglio di 1000 euro si troverebbe in difficoltà a mantenere il suo livello di vita (La Repubblica, 26.5.10). Insomma, gira e rigira la palla dei tagli passa da un politico all’altro ma alla fine – c’è da giurarci – questi saranno forse solo simbolici.
Allora riprendo una proposta di intervento in alternativa alla “macelleria sociale” varata con la manovra, dove pagheranno i soliti noti. Nei mesi scorsi sono rientrati in Italia 100 miliardi grazie allo scudo fiscale. Su quell’importo, che in condizioni normali avrebbe fruttato 43 miliardi, lo Stato ne ha incamerati 5. E’ chiedere troppo che gli evasori e la criminalità organizzata (alla faccia della sicurezza) che hanno fatto rientrare quei miliardi versino un ulteriore 10%, facendo così salire la cifra a 15 miliardi, in un momento di difficoltà generale, così corrispondendo all’alto monito del Presidente della Repubblica che invoca “sacrifici equi”? E poi, non si potrebbe pescare nella lista dei 7 mila italiani che hanno portato all’estero un patrimonio di oltre 7 miliardi di dollari, come certificato nei documenti in mano alla Guardia di Finanza?
Se si facessero queste scelte di quanto diminuirebbe la manovra e il Quirinale sarebbe soddisfatto? A quando una richiesta forte in tal senso di una opposizione degna di questo nome? E’ gradita una risposta, anche dall’on. Maran.
Dario Ledri
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