La cronaca cittadina odierna dimostra ancora una volta che il sindaco e il vicesindaco di Gorizia preferiscono esprimere le proprie idee ai quotidiani piuttosto che nell’aula consigliare. Entrambi per lo più assenti e comunque silenziosi durante l’interessante dibattito sull’ordine del giorno Bianchini finalizzato a dedicare un qualcosa di importante a Franco Bsaglia, parlano “il giorno dopo” sui giornali: esprimono la loro contrarietà in modi diversi. Il primo cittadino sostiene che non ha senso cambiare nomi di vie già intitolate dalla storia, dimenticando evidentemente che pochi mesi fa aveva lui stesso cancellato due tra i pochi toponimi “pacifici” tradizionali cambiando via Velodromo e via Magazzini in via martiri di Nassirya; il vicesindaco Gentile ha semplicemente tacciato di inopportunità la proposta di un’intitolazione a Basaglia contraddicendo palesemente una votazione positiva alla quale hanno partecipato con entusiasmo anche molti suoi compagni (si fa per dire) di partito. Con queste premesse, sindaco vicesindaco e due assessori rivelatisi contrari dopo aver snobbato il dibattito, sembra davvero difficile che l’ordine del giorno Bianchini possa trasformarsi in atto concreto: difficilmente Basaglia meriterà qualcosa di più che il parco/parcheggio di Via Vittorio Veneto a destra. Peccato però…
Perchè peccato? Cosa ti aspettavi di diverso se non la forma, tra il no deciso di Gentile e il "ni" strappato con le unghie a Romoli? Guarda come hanno votato tutti gli altri appartenenti ad An e Msi di Cosma, e poi rileggiti il manifesto fatto affiggere dall'allora MSI all'epoca delle dura contestazione all'esperienza basagliana. La scelta di oggi è conseguente e coerente con il loro passato. Per il presente hanno cambiato il pelo ma per il resto sono rimasti uguali! Coerenti e fedeli a se stessi, moderni interpreti dell'attuale Partito delle Libertà nel solco di una radicata "tradizione".
Mi sembra che il consiglio abbia comunque deliberato per un’intitolazione, e prendiamo per buono questo fatto. Quanto ai commenti di Romoli e Gentile sulla stampa – usata come strumento improprio –, se riguardo ai recenti esempi delle vie dei Magazzini e del Velodromo si potrebbe dire che “ciò che è concesso a Giove non è concesso al bove” – e sappiamo chi sono gli dei –, dall’altro non ci si può meravigliare dell’ostilità nei confronti di Basaglia, che per una certa mentalità è ovvia e dovuta come lo è una preghiera a Lourdes o una caramella ad un bambino che piange. Anche qui, la botte dà il vino che ha.