Lunedì sera il Consiglio comunale dovrebbe iniziare con l’approvazione unanime del documento di solidarietà nei confronti dei giornalisti e collaboratori della redazione goriziana del Messaggero Veneto. Si spera che il voto non sia ulteriormente dilazionato e che quindi la principale assise politica cittadina possa pronunciarsi senza altre contestazioni procedurali.
La minacciata soppressione della “pagina” rientra nella logica di ristrutturazione aziendale del gruppo editoriale: la scelta della zona industriale di Gorizia come unico luogo di stampa del Messaggero Veneto e del Piccolo – salutata con grande entusiasmo dal Sindaco, dalla sua maggioranza e anche da una parte dei gruppi di opposizione – penalizza i lavoratori di categoria precedentemente impegnati in due sedi distinte e ora costretti a convergere in riva all’Isonzo (di conseguenza non si vede dove possano aprirsi i tanto decantati nuovi spazi occupazionali per i “goriziani”).
Inoltre la valorizzazione di Gorizia come sede del centro stampa sembra avere un prezzo, la soppressione della redazione locale.
In altre parole, ben vengano l’interessamento del sindaco e l’approvazione unanime del documento del Consiglio comunale a favore del Messaggero Veneto; forse, se invece di cantare vittoria propagandando come un successo di Gorizia la “conquista” delle rotative ci si fosse seduti prima al tavolo delle trattative con l’azienda, oggi non saremmo arrivati a questo punto. Al punto cioè che un primo cittadino che chiede delucidazioni ai vertici aziendali si sente rispondere in modo umiliante che “ci sarà un compromesso ma non possiamo svelare quale”.
Ma, come si suol dire, se mia nonna avesse le ruote…
Nel momento in cui trattava per avere a Gorizia lo stabilimento dei giornali, Romoli sapeva o non sapeva che ci sarebbero stati i tagli? L'ha saputo contestualmente e non ha avvertito il Consiglio Comunale? L'ha saputo successivamente e dunque non ha capito o non ha chiesto accuratamente il significato della creazione del centro unico di stampa? Insomma la contemporaneità di bene (rotativa) e di male (chiusura) andrà bene a chi crede ai filosofemi, come dice il giornalista fain, ma a noi che siamo pragmatici risulta davvero poco chiara.