Il raddoppio del raccordo Gorizia-Villesse costerà, se tutto fila liscio, oltre 170 milioni di euro, circa 10 milioni al km. Tanto? Poco? Indubbiamente ci sono opere complesse, ponti, viadotti, sottopassi da rifare in toto o in parte. Non pochi di questi soldi si spenderanno per rifare il passaggio sotto la rotonda di via Trieste e per risistemare la stessa.
Bene. Ma c’è un problema. Nel progetto non è previsto alcun passaggio ciclabile o pedonale che consenta di attraversare la futura autostrada senza affrontare quella roulette russa che è la rotonda. Pensata e costruita per le auto e i camion, tale rimarrà, in barba a tutti gli impegni che l’amministrazione comunale si era presa.
Ciclisti e pedoni continueremo a buttarci su quell’anello da paura con la stessa angoscia di adesso, anzi probabilmente di più visto l’inevitabile aumento del traffico “scaricato” dalla futura autostrada in mancanza di un’uscita a Farra. Ci si butterà speranzosi tra macchine, furgoni e autotreni che si immettono senza darti la precedenza, che ti tagliano la strada per imboccare una delle tante uscite, che ti sfiorano spingendoti verso il guard-rail. E talvolta, ooops… ecco il colpo in canna, ti spiaccicano sull’asfalto.
Il Forum giudica sacrosanta la richiesta di realizzare un passaggio pedonale e ciclabile per i tanti che usano (o vorrebbero usare) la bicicletta per andare al cimitero, all’aeroporto, o solo da via Trieste a Sant’Andrea e viceversa, visto che non ci sono altri passaggi. Un sottopasso o una struttura sopraelevata “leggera” e possono anche costare poco, sicuramente un’inezia nel fiume di denaro che si sta riversando sul raccordo.
Non è una richiesta del solo quartiere di Sant’Andrea che giustamente chiede anche altri interventi di mitigazione dell’impatto di un’autostrada che correrà a poche decine di metri dalle case. Né tantomeno si tratta di “desiderata della comunità slovena”, come superficialmente li ha definiti qualcuno. Si tratta di una legittima richiesta dei cittadini di Gorizia per una città più vivibile, per la possibilità di spostarsi non solo in automobile, per garantire a tutti più salute e sicurezza.
Dove sono il sindaco, l’assessore alla mobilità, le giunta e la maggioranza di centrodestra col suo capogruppo e consigliere regionale Valenti? Tacciono, balbettano, accampano scuse, scaricano su altri. Un’amministrazione che volesse tutelare i propri cittadini farebbe la voce grossa per imporre ai colleghi di partito che governano la regione di aggiungere quest’inezia al progetto miliardario.
Se non lo fanno, due possono essere i motivi: o sono del tutto incapaci o non gliene importa dei cittadini. Forse sono vere entrambe le cose.
mm
Le rotonde, sono state "utilizzate" da molti anni fa in Francia.
Nella versione detta, appunto, "alla francese" la regola vuole che chi si transita all'interno ha la precedenza su chi vuole immettersi.
Esse hanno indubbiamente il vantaggio di ridurre l'inquinamento in quanto la fermata è minima, basta prestare attenzione solo da una parte, non ci si incrocia al centro della carreggiata. Perché funzionino è necessario che esse siano fatte bene, ovvero con un diametro tale da obbligare il veicolo a non proseguire in linea retta. (Altrimenti basterebbe un palo al centro dell'incrocio con la segnalazione di rotatoria…).
Ma quelle fatte a Gorizia, tranne una, hanno un diametro minimo che talvolta non riescono nemmeno a fluidificare il traffico, anzi, ottengono l'effetto contrario.
Chi ci rimette, di solito, è l'elemento più debole del traffico, il ciclista, per non parlare del pedone. Nessuna delle ultime ha una minima traccia di ciclabile o almeno, di attenzione verso chi va in bici!
Eppure esiste nel Codice della Strada, a meno che non venga modificato in quest'ultima tornata, un articolo, il n° 13. Tale articolo, posto al titolo II° "Della costruzione e tutela delle strade" al comma 4bis scrive: "Le strade di nuova costruzione classificate ai sensi delle lettere C, D, E ed F del comma 2 dell'articolo 2 devono avere, per l'intero sviluppo, una pista ciclabile adiacente purché realizzata in conformità ai programmi pluriennali degli enti locali, salvo comprovati problemi di sicurezza". (riporto: A – Autostrade; B – Strade extraurbane principali; C – Strade extraurbane secondarie; D – Strade urbane di scorrimento; E – Strade urbane di quartiere; F – Strade locali; F-bis. Itinerari ciclopedonali.)
Nel caso della rotonda di Sant'Andrea, che probabilmente non rientra nelle categorie in cui vige quasi "l'obbligo" di una ciclabile, non basterebbe usare il buon senso, anche per favorire l'uso della bici, cosa che a Gorizia ha molte opposizioni?
Nevio Costanzo