Ma come si fa?
L’attuale capo dei servizi segreti viene condannato in appello per reati non da poco tra i quali quello di aver falsificato le prove che avrebbero inchiodato una parte delle forze dell’ordine durante la mattanza del G8 di Genova.
E’vero che un imputato fino alla sentenza in Cassazione non può essere definitivamente giudicato colpevole, tuttavia la documentazione multimediale su ciò che è accaduto nel luglio 2001 a Genova è talmente ampia da lasciare poco spazio alle interpretazioni: tanto che chi è stato presente agli eventi – anche chi scrive questa nota – aveva accolto con rispetto, ma anche con molto stupore, l’assoluzione in primo grado.
Ciò che stupisce ancor di più è la reazione del ministro degli interni Maroni che definisce con sconcertante leggerezza “innocente” il condannato e quella del guardasiggilli Alfano che addirittura esprime “solidarietà” a Di Gennaro.
Solidarietà è una parola importante che si utilizza quando qualcuno è colpito da una sciagura naturale o perseguitato da una palese ingiustizia: le parole del ministro della giustizia sono molto gravi e implicano che la decisione dei giurati d’appello sia un atto persecutorio. Poteva esprimere dispiacere, vicinanza umana in attesa del giudizio in cassazione, perplessità sulla differenza di giudizio tra primo e secondo appello, ma non “solidarietà”. Poteva anche semplicemente starsene zitto, il che sarebbe stato molto meglio…
Siamo di fronte ad un’oscenità, secondo me, in modo particolare dopo il respingimento da parte del governo delle dimissioni di De Gennaro. In maggio ci fu la condanna in appello ai membri della Polizia che furono assolti in primo grado per gli stessi eventi di Genova nel 2001, e anche qui il governo non attese un minuto per dichiarare che aveva piena fiducia nei condannati e che la sentenza accreditava la tesi sinistrorsa di una colpevolezza delle forze dell’ordine – scandalo! –, come se non ci fossero testimonianze e prove. Ora i ministri dell'interno e della giustizia si permettono di esprimersi come se fossero membri di un clan assieme con De Gennaro e dovessero difendersi da infami dissacratori delle medesime forze dell’ordine – che sono composte da uomini che possono sbagliare e delinquere, e se accade la cosa è ancor più grave se si pensa che essi dovrebbero proteggerci da chi lo fa. Recentemente, dopo che egli stesso aveva scoperto con sconcerto che qualcuno gli aveva pagato un appartamento, Scajola era stato invitato da Berlusconi a resistere al suo posto con il coltello fra i denti, perché si era di fronte ad un criptico attacco al presidente del consiglio, fino a quando non si è più potuto difendere la posizione. Prima ancora lo stesso Bertolaso si era viste respingere le dimissioni con argomentazioni analoghe condite con insulti nei confronti di chi infangava il miracolo dell’Abruzzo. E intanto le inchieste sui miasmi che fuoriescono dagli appalti proseguono, ma nessuno chiede conto di queste affermazioni alla luce degli intrecci che vengono scoperti. Ma ci rendiamo conto cosa si permettono di inscenare davanti ai nostri occhi? Quali sono le regole d’ingaggio nel governo? Cosa significa avere dei ministri che sbeffeggiano la sentenza di un processo – perché di sbeffeggio si tratta? In quale acqua sporca ci fanno nuotare questi signori, che hanno sempre un Capezzone pronto a dirci che siamo indegni?
Soprattutto perchè era già recidivo, nessuno si ricorda più che anni fa,sul mare di puglia,con l'arrivo dei primi gommoni di profughi dal Kosovo, Lui si mise a sparare dall'elicotero uccidendo dei profughi. Altro che solidarietà!