Che il panorama del centro storico offerto al cittadino e all’eventuale turista (- 17% in un anno) sia positivamente mutato è un dato incontrovertibile, così come incontrovertibile è che tali interventi si debbano a progettualità e reperimento di fondi tutti ascrivibili alla precedente amministrazione, se non a quella dell’ex- sindaco Valenti (piazza Vittoria), con la sola eccezione di piazza Sant’Antonio. All’amministrazione Romoli è, invece, toccato in sorte la loro realizzazione pratica e i risultati indubbiamente si vedono e soprattutto si avvertono da parte degli operatori commerciali delle zone interessate:
1 – Piazza Vittoria – tutti i goriziani conoscono le vicissitudini; se va bene, per settembre/ottobre forse sarà completata ad eccezione dei lavori per la funicolare e per l’approntamento di galleria Bombi. Insomma, nella migliore delle ipotesi altri due o tre anni di passione per commercianti e residenti.
2 – via Garibaldi – i lavori, iniziati nel marzo 2009 sono terminati nel marzo 2010, mentre il cronoprogramma prevedeva il completamento dei lavori nell’arco di tre/quattro mesi. In ogni caso nella via si sono già resi necessari interventi di ripristino del selciato,
3 – via Monache, Rastello e Cocevia – senz’altro un bell’intervento ma in tempi oltremodo dilatati rispetto ai continui annunci di inizio e completamento lavori, mentre attorno c’è il deserto commerciale
4 – via Mazzini – tempistica rispettata anche se manca ancora l’arredo urbano e il panorama delle attività commerciali non pare rigoglioso (ma questo è un altro discorso)
5 – piazza sant’Antonio – a detta del sindaco l’intervento di cui va più orgoglioso, anche perchè “ultimato con cinque mesi di anticipo sui tempi previsti”. Spiace contraddirlo ma, a meno che disconosca una sua intervista a un giornale locale rilasciata il 2 agosto 2008 in cui testualemte dichiarava “piazza Sant’Antonio dovrà essere completata entro la fine della prossima estate”, non può oggi dichiarare che i lavori sono terminati in anticipo. Salvo forse il fatto che l’originaria indicazione dei tempi di completatmento dei lavori (450 giorni) non sia stata fatta – all’atto della consegna del cantiere – secondo le modalità in uso nelle ferrovie, allorchè per ridurre l’incidenza percentuale dei ritardi, si è pensato bene di aumentare i tempi di percorrenza sulle diverse tratte.
Insomma, credo sia giusto “dare a Cesare quel che è di Cesare”: i lavori sono stati fatti, circa il come e con quali tempi valga un solo esempio: 11 mesi di chiusura di via Roma e via Oberdan per pavimentare non più di trenta metri di selciato (per altro successivamente rifatto). Poi, si sa, tutti i lavori finiscono, o almeno dovrebbero.
Dario Ledri
Rispondi