Quanti figlie/i, sorelle, fratelli, amiche/amici e amici degli amici sono entrati nella pubblica amministrazione o nelle “partecipate” grazie all’intermediazione (= raccomandazione) di un personaggio politico?
Tantissimi, e non sembra essere un retaggio di qualche secolo o decennio fa!
Ebbene, occorre prima o poi prendere in mano questa situazione affrontando questo lato “oscuro” della casta e dei costi della politica. E’ risaputo che quando tutti i sondaggi davano Illy vincitore “tranquillo” delle ultime elezioni regionali gran parte dei dipendenti della Regione non condividevano la sua azione interna alla struttura: e andò proprio secondo gli umori dei funzionari e dei loro collaboratori…
E’ un altro aspetto che allontana la base dalle leve di un potere che rigenera se stesso attraverso lo scambio voti/posti di lavoro appena mascherato da concorsi a volte clamorosamente ad hoc: chi è dentro è dentro, “lavora” vota e fa votare, chi è fuori è fuori e crede sempre meno che gli eletti occupino certe poltrone soltanto per – come si diceva una volta – “servire il popolo” (a 10mila euro al mese, più buonuscite astronomiche e vitalizi minimi di oltre 2000 euro a cranio).
E pure poi si arrabbiano (in termini spesso direttamente proporzionali al numero di “mandati” in Parlamento o in Consiglio Regionale) e tacciano di “qualunquista antipolitico” chiunque esprima dei dubbi sui privilegi pazzeschi e sulla distribuzione degli “scranni” alle neanche troppo ristrette cerchie parentali.
E’ chi ha agito così che ha rovinato l’autentica politica e ha ridotto in queste condizioni il Paese: è ora di “mandarli a casa” e di sostenere una nuova classe politica che abbia veramente come unico fine la crescita della società nel bene comune e nella prosperità.
se a questo si aggiungono le parentele, le amicizie, i compagni di scuola o di oratorio, ecc. vediamo che la città è un esempio classico di organizzazione per gens come nell'antica Roma: il padre famiglia e poi i clientes che si affiliano o vengono adottati perchè promettenti. Guai agli orfani dunque, anche se è proprio da chi non tiene famiglia che potrà venire qualche cambiamento in città e nel paese.