“Guarda mamma, che meravigliosi ristoranti!”; “Sì, sono proprio belli, dopo che la Mc Donatag li ha ricostruiti con materiale plastico: pensa che una volta erano campanili di una chiesa”. “Una chiesa? – pensò tra sé Bxrl45 che soltanto di lì a poco sarebbe entrato nel cubicolo informatico (nell’antica lingua “scuola”) – cosa sarà poi una chiesa?”
“Stringimi forte, è tutto troppo bello” – disse DJ479OG alla sua straamata DG215OB (o forse era UM123IM o UV897OT?)mentre la cabina rilucente al sole saliva rapidissima l’erta e consentiva alle migliaia di turisti che la riempivano una visione stetoscopica della strabiliante piazza sottostante.
Dall’alto sembrava di contemplare un immenso formicaio (concetto simbolico inoculato durante le sessioni di cubicolo informatico, i fastidiosi insetti sopravvissuti perfino al diluvio universale insieme alle zecche erano infatti stati cancellati dalla storia grazie alla rivoluzione del geneticamente modificato): una folla variopinta e multicolore veniva riversata sulle antiche lastre dai radibonanti (definiti nei dizionari dell’era precedente “specie di corriere con le ali”) e tutti si incanalavano allegri verso le migliaia di negozi che si affacciavano sulla piazza e sulle viuzze circostanti.
Il tempo di un sospiro e zac, la funicolare aveva esaurito il suo compito e un altoparlante spiegava a tutti che “l’edificio nel quale state entrando si chiamava una volta castello e ospitava una lupa che allattava due gemelli: dopo una lotta intestina uno dei due aveva sopraffatto l’altro ed era nata la civiltà dei Pidelli. Purtroppo l’edificio era stato irrimediabilmente danneggiato e dopo l’atto di sottomissione sottoscritto dagli ultimi ribelli Piddi Piddi era stato ricostruito grazie all’intervento dei tecnici di Cinecittà. Rovigo Modena e Livorno avevano sostenuto senza alcuna esitazione tali progetti avveniristici datati ormai qualche millennio fa, ai tempi in cui altrove si cominciava appena a lavorare la pietra”.
Un vecchio dalla lunga barba bianca che aveva rifiutato di bere l’elisir dell’eterna giovinezza ricordava vagamente di aver sentito parlare sì di gemelli in lotta tra loro e fondatori di una città, ma in tutt’altra situazione; gli sembrava anche di aver sentito (o era soltanto un sogno di quand’era bambino?) da misteriosi personaggi forumcolosi che “la conseguenza di quell’intuizione fu la desertificazione di quell’ambiente e la fine degli umani che avevano assistito impotenti alla cementificazione del colle e alla dilapidazione di tutte le risorse allora disponibili”. Secondo loro “alcuni erano morti di fame, altri erano fuggiti nelle campagne circostanti (sembra che dai loro racconti derivino i grandi miti diffusi nella Galassia sull’arrivo degli alieni in misteriosi parallelepipedi di vetro semoventi su rotaie pronte a sfidare il cielo)”.
“La ricostruzione della città di cartapesta – continuava a gracchiare l’altoparlante ricordando i generosi contributi di industrie che producevano strane bevande e che di solito riversavano gli utili nella costruzione di armi – aveva preceduto di millenni la nostra nuova civitas e ora Gorizia rivive felice, piena di turisti che per raggiungerla solcano gli spazi occupati dall’Impero Globale, senza pensieri e senza preoccupazioni, sospinti verso l’avvenire dalla voce suadente e dagli esempi mirabolanti del nostro Grande Padrone”.
…neanche Azimov!!! Veramente bello…complimenti!
….con vero piacere e interesse ho letto questo breve ma esilarante racconto. Spero di poter rifare presto questa esperienza…grazie!
Geniale!!!