E’ decisamente singolare l’idea espressa dal sindaco Romoli: la rarefazione delle sedute del Consiglio Comunale è una forma di risparmio che fa bene alle casse del Comune.
Dal momento che parla di “risparmi” e che recentemente ha descritto come atto di responsabilità la rinuncia al 5% dell’idennità di sindaco, perché non offre un buon esempio impegnando la somma corrispondente al vitalizio mensile derivato dagli impegni parlamentari e regionali? Esso corrisponde a qualcosa di più del costo di un’intera seduta del Consiglio Comunale, potrebbe “garantire” almeno 12 sedute ogni anno: Romoli – continuando a godere di molte altre “entrate” – dimostrerebbe di saper rinunciare a uno scandaloso privilegio, abbatterebbe i costi della politica e favorirebbe la democrazia rappresentativa indicando una strada maestra: “tagliare” i privilegi di chi dovrebbe essere al servizio dei cittadini e utilizzare quei fondi pubblici per sostenere l’esercizio del confronto democratico.
E’ una provocazione naturalmente, ma non più assurda di quella espressa da chi sostiene che per ridurre le spese basti diminuire (o cancellare) le riunioni del consiglio comunale!
Altra proposta da fare a Romoli è l'immediata instaurazione della dittatura:niente spese per assessori e presidenti di consiglio comunale, che si sono rivelati inutili e costosi. Meno burocrazia, più politica del fare, più risparmi. Tra tutte le cariche che ha avuto Romoli, dittatore non è ancora mai stato, ma sarebbe adeguato, perchè i fondamentali li conosce assai bene.