Il discorso di Fini è stato molto tardivo e poco convincente. Si è ormai troppo abituati al percorso “è un’ignobile falsità – tutto sarà chiarito – ho commesso delle ingenuità ma non dei reati – ecc.”! I cittadini non possono non guardare senza alcun sospetto una strana compravendita di una casa a Montecarlo venduta da un partito italiano che ne era proprietario a società fantasma che hanno a che fare con il paradiso fiscale di Santa Lucia. E il nome del cognato di Fini che aleggia su tutta la vicenda mentre il presidente della Camera balbetta un imbarazzato “non ne so nulla, vedremo se è proprio lui e così via”.
E’ molto probabile che Fini sia vittima di una congiura di palazzo dopo la sua “rottura” con Berlusconi; del resto non è la prima volta che il Gianfranco nazionale si stacca dall’ingombrante collega salvo poi ritornare da lui facendo autocritica nei momenti elettorali. E’ vero che la spaccatura è questa volta molto più profonda e che il politico ex msi, ex an e ora ex pdl ha aggiunto alle strategie di potere dei contenuti validi da approfondire, soprattuto in relazione alle conseguenze delle leggi da lui stesso firmate (vedi quelle sull’immigrazione o sulla lotta agli stupefacenti).
Tuttavia questa storia mediocre che si aggiunge alle altre quotidiane storie mediocri evidenzia lo squallore di una classe politica che domina l’Italia da ben oltre vent’anni, intrallazzata più o meno legittimamente con poteri forti occulti e palesi che tengono in ostaggio buona parte dei suoi protagonisti: il Paese va a rotoli, perfino la presidente della Confindustria ha perso la pazienza di fronte alle ottimistiche previsioni sula crisi del tandem berluscon tremontiano.
Ormai le elezioni sono dietro l’angolo, ma non c’è da essere ottimisti: si andrà a votare con la solita legge grazie alla quale le liste dei candidati saranno stilate dalle segreterie dei partiti (nel migliore dei casi, perché per lo più a decidere sarà il capetto di turno) e sembra molto difficle ipotizzare che “cane mangi cane”. A meno che il centro sinistra e la sinistra non si risveglino il primo dal lungo letargo la seconda dal “tutti contro tutti” e battano qualche colpo investendo su volti, progetti e orizzonti veramente nuovi.
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