51. Quello di questa mattina a Belluno è il suicidio in carcere numero 51 dall’inizio dell’anno. Sì, avete letto bene, 51 persone, esseri umani soprattutto giovani, hanno perso la vita all’interno di un sistema carcerario le cui strutture sono ben al di sotto dei limiti della decenza. Sovraffollate, cadenti, spesso senza riscaldamento o caldissime, per lo più senza progetti riabilitativi, con personale ridotto, senza fondi perfino per acquistare saponi o asciugamani (nonostante i costi esorbitanti della reclusione che – forse pochi lo sanno – devono essere restituiti dai reclusi dopo la fine della pena), con carente assistenza psicologica e terapeutica, con accesso difficile da parte di parenti stretti…
Si può dire che il mondo carcerario sta andando a pezzi e chi ne paga le conseguenze sono i ristretti, specialmente quelli che si avvicinano per la prima volta alle sbarre e che non hanno gli strumenti per affrontare quello che ormai può essere definito un vero e proprio inferno. Languono nel frattempo tutti gli antichi progetti previsti dall’illuminata Legge Gozzini riguardanti le pene alternative alla detenzione (fra l’altro di gran lunga meno onerose per la collettività rispetto ai costi del carcere) e la preoccupazione di reintegrare nella società coloro che hanno scontato la pena… C’è chi ha sostenuto che “la situazione delle carceri è il più evidente emblema delle condizioni generali del Paese che le ospita”: ahimé, purtroppo sembra che sia evidentemente così!
Il carcere mette in evidenza i meccanismi di esclusione dei poveri. Strutture largamente inutili, lasciano fuori coloro che delinquono davvero, ma che hanno la fortuna di farsi da sè le leggi. Pericolosità di una semplice battaglia sulla legalità, come se le norme fossero neutrali. Mi viene in mente i consiglieri regionali che quando si chiede di ridursi le prebende dicono che non possono "per legge". Su questi temi non ragiona più nessuno. Sarebbe bello farlo in termini critici e di approfondimento su quello che sta fuori dalla prigione e che per questo si pensa sia il mondo della libertà. Mettiamo la gabbia in piazza Municipio e sensibilizziamo quelli che ci stanno.