La pista ciclabile sui controviali di Corso Italia? Beh, certo, sempre meglio che il nulla dei primi tre anni della giunta Romoli. Almeno è il segnale che si vorrebbe una mobilità più sostenibile e più sicura per una categoria di utenti stradali oggi fortemente penalizzata, come lo sono i ciclisti.
Da qui a condividere una soluzione palesemente inadeguata, raffazzonata e per nulla sicura però ce ne corre. Si dice che sarà sperimentale e provvisoria (ma provvisoria per quanto tempo?). Come Forum per Gorizia ne prendiamo atto e ne valuteremo i risultati. Ma alcune valutazioni ci sentiamo di farle fin d’ora, anzi a dire il vero le stiamo facendo da oltre tre anni in consiglio comunale, inascoltati.
Tre sono i motivi di perplessità.
1)Si persevera nel creare una pericolosa commistione tra ciclisti e pedoni. Ammesso che sui controviali si possano separare in modo efficace gli spazi per le due categorie, ciò non sarà possibile nei passaggi critici a margine dei gazebo e degli altri spazi occupati dai bar.
2)Una forte criticità si pone sugli attraversamenti stradali: quello del Corso e quelli di tutte le strade laterali. In una città dove, ad essere ottimisti, un automobilista su venti si ferma a dare la precedenza al pedone sulle strisce, ogni attraversamento sarà una roulette russa per i ciclisti, un po’ come già accade sulle rotonde prive di qualsivoglia passaggio ciclabile.
3)Si scatena una guerra tra poveri mettendo i ciclisti contro i pedoni, contro gli avventori dei bar e contro i gestori degli stessi, già penalizzati dalle ordinanze Romoli-Gentile. Lo spazio per i ciclisti andrebbe tolto alle macchine, non alla gente che cammina, prende il caffè o sosta davanti alle vetrine.
In municipio manca ancora il coraggio di fare scelte che in tutte le città sono ormai un dato acquisito. A Gorizia invece, in tema di mobilità, siamo ancora al medioevo. E’ questo il vero Medioevo Goriziano, altro che il castello.
E non è un problema di soldi. Con la stessa vernice usata per tracciare i percorsi ciclabili su controviali e marciapiedi, lo si potrebbe benissimo fare sulle sedi stradali. Si dovrebbero eliminare i posti macchina su un lato del Corso, certo, ma se ne potrebbero recuperare più del doppio col multipiano di via Manzoni, già progettato con fondi privati, a costo zero per i cittadini.
Appena eletto, il sindaco Romoli ha stoppato il progetto ereditato da Brancati e da allora non se ne sa più nulla. A questo punto è lecito dubitare che, vista la disastrosa politica di questa amministrazione in tema di viabilità e parcheggi, vi sia ancora qualche privato disposto a investire i propri soldi.
Qualcuno dice che il livello di civiltà nel funzionamento di una città è dato dalla diffusione dell’uso della bicicletta. La bici bisogna usarla e non solo avere le piste. E oltre alle piste c'è bisogno di un contesto che consenta e favorisca l'uso della bici. Insomma è la città che deve esser fatta per la bici.
A me non pare proprio che l'organizzazione urbanistica di Gorizia col gigantismo dei centri commerciali in progetto, i parcheggi interrati e fuori terra, le lottizzazioni residenziali in periferia sia compatibile con la bici. Favoriscono l'uso dell'auto e basta. La città pare disegnata attorno all’automobile e deformata da quest’ultima, con spazi ovunque e comunque consegnati alla circolazione ed alla sosta dei veicoli e sottratti alle altre funzioni urbane e all'uso tranquillo dei cittadini. La proposta di dividere i controviali fra pedoni e bici fa parte di questa visione urbana: le auto non si toccano!
Occorrerebbe invece operare per ridurre e trasformare lo spazio dedicato alle automobili, attuare una gerarchia delle strade, ridimensionare degli spazi di circolazione, controllare con l’inserimento di elementi dissuasori i movimenti degli automobilisti. Il Corso potrebbe essere trasformato, non essere più strada di attraversamento in automobile della città dove le fermate ai semafori aumentano l'inquinamento e penalizzano la qualità e l’organizzazione di tutto lo spazio pubblico. Come tante altre anche questa proposta del Comune porta la città lontana dalle scelte attuate ormai da tutte le altre città europee.
Un ultima considerazione: è chiaro che Gorizia dovrebbe poter disporre di un buon hardware per la ciclabilità, cioè una rete caratterizzata da continuità e connettività degli itinerari, completezza delle polarità servite, adeguatezza degli standard geometrici, sicurezza e comfort dei percorsi; è però altrettanto chiaro che per come l'ha pensata il Comune, la proposta del percorso ciclabile in Corso, pedala in tutt'altra direzione.
PS
Se la giunta potesse leggere questo… e inserirsi!
http://nuovamobilita.blogspot.com/2010/06/lunione-europea-per-la-bicicletta.html
Sono perfettamente daccordo con quanto esposto sopra da:
Anonimo ha detto… ,
se non per il fatto che neppure i pedoni abbiano più lo spazio necessario, più in dettaglio faccionotare che l'ultimo bar aperto "ex Ferigo" ha letteralmente occupato il marciapiede.
Ero convinta che il marciapiede fosse la corsia riservata ai pedoni. Forse vivo sulla luna.
Sono l'anonimo, mi chiamo Paolo Sergas e forse non mi sono spiegato bene.
Per conto mio i controviali non vanno divisi fra bici e pedoni ma lo spazio per la ciclabile va trovato negli spazi oggi riservati alle automobili.
Quello che intendevo dire è che a Gorizia si disegnano gli spazi pubblici della città dando sempre la priorità alle automobili: in piazza Cavour le aree dove si muovono le automobili sono enormi (e inutili) rispetto ai piccoli marciapiedi e le panchine e gli arredi in pietra (belli) sono nascosti dietro le auto in sosta; altro esempio: la strada pedonale fra le vie Garibaldi e Mazzini non ha una continuità di percorso ma per attraversare bisogna deviare a destra o a sinistra dove ci sono gli attraversamenti pedonali. Perché mai non deviano le auto? Perché sempre in tutti i progetti di sistemazione urbana a Gorizia si risolvono per prima cosa i desideri degli automobilisti?
Questo modo di progettare era caratteristico degli anni '60 del secolo scorso quando le automobili erano al centro dei sogni e dei desideri di tutti. Oggi non è più così, tutte le moderne città europee si sono indirizzate in questo senso. La scelta di dividere i controviali fra bici e pedoni oggi è concettualmente, tecnicamente e culturalmente una scelta vecchia e superata.
PS
Sono: Anonimo ha detto……..
Sono perfettamente daccordo con quanto esposto sopra da:
Anonimo ha detto… ,……………….
Ribadisco di averlo capito e aggiungo di pensarla da molti anni nella stessa maniera.
Non vorrei sbagliare, ma mi pare che Grado abbia sacrificato i posti macchina a favore dei ciclisti, nonostante sia centro turistico.