Straripa il Vipacco e l’assessore comunale all’ambiente Del Sordi da immediatamente fiato alle trombe: “Ci vuole una nuova diga sull’Isonzo”.
Come quei medici che ti sei rotto la gamba destra e ti ingessano la sinistra. Ma il giovin assessore va ben oltre. “In Slovenia fanno ciò che vogliono” tuona dalle colonne del Messaggero Veneto e prosegue imperterrito a raccontare la sua verità. A Salcano avrebbero “improvvisamente aperto la diga” facendo salire repentinamente il livello dell’acqua. “Mi risulta – rileva Del Sordi – che la situazione fosse tenuta sotto costante monitoraggio dalla Protezione civile, ma che nell’arco di circa mezz’ora, di punto in bianco, abbiano riscontrato un repentino peggioramento”.
Allora proviamo a ristabilire alcune verità dei fatti. A differenza dello scorso dicembre, quando le piogge seguirono le prime nevicate in montagna e, cumulando acqua e neve sciolta, l’Isonzo raggiunse 2.197 metri cubi al secondo, stavolta la portata massima a Salcano ha toccato i 1.931 metri cubi (sabato alle 10.30, dati dell’ARSO, l’agenzia per l’ambiente della Slovenia). Sempre tanti, ma l’Isonzo stavolta ha retto.
A differenza del Vipacco, tracimato in molti punti. Nel tratto italiano tra Rupa e Savogna, cito sempre il Messaggero, le prime avvisaglie si avevano alle 14.00 di sabato (a quell’ora la portata dell’Isonzo era già scesa a 1.522 metri cubi!). Era l’ondata di piena partita dall’affluente Hubelj, che ore prima aveva già inondato Ajdussina, dalla Branica e dagli altri affluenti del Vipacco. L’omonima valle ancora domenica era abbondantemente sott’acqua: case, frutteti, ponti, molte strade.
Questi i fatti. Cosa c’entra allora la diga sull’Isonzo? E quale fondamento hanno le accuse di Del Sordi sui presunti rilasci dalla diga di Salcano?
Vediamo i dati dell’ARSO. Alla mezzanotte tra giovedì e venerdì 17 settembre la portata dell’Isonzo era di 29,2 metri cubi. Poi š arrivata la pioggia, molta pioggia e l’acqua ha iniziato a salire: 78,4 metri cubi mezz’ora dopo, 101 dopo altri 30 minuti e via di seguito. Una progressione costante ma graduale, di mezz’ora in mezz’ora. L’unico sbalzo significativo lo si registra tra le 13.00 e le 13.30 di venerdì: da 291 a 596 metri cubi, ma siamo ancora a meno di un terzo della portata di piena.
Si può anche ipotizzare, in quel momento, un parziale scarico da Salcano per prevenire la piena, ampiamente preannunciata dalle previsioni meteo per le ore successive. Infatti nel pomeriggio di venerdì la portata continua a crescere, inesorabile ma dapprima più lentamente (680 m alle 17.00) e poi più veloce ma sempre costante: 932 a mezzanotte, 1.309 alle 3, 1.601 alle 6 per toccare il culmine dei citati 1.931 metri cubi alle 9 di sabato mattina. Più o meno 100 metri cubi di aumento ogni ora. Poi il deflusso: 1.775 m un’ora più tardi e via di seguito su valori tra i 1.200 e i 1.400 metri cubi nella notte di domenica, proprio nelle ore in cui a diversi kilometri di distanza il Vipacco faceva più paura e danni.
Questi i dati e i fatti. Il resto sono strumentalizzazioni a cui Del Sordi non è nuovo. Ricordate quando tempo fa, sempre per “sentito dire”, lanciò a mezzo stampa l’allarme sulle rabbiose orde di cani randagi che calando dalla Slovenia avrebbero terrorizzato abitanti ed escursionisti in Collio? Sembra (“mi risulta”, direbbe lui) che li stiano ancora cercando.
Marko Marinčič
Ben fatto, Marko! Anzi, ben scritto e solo per la precisione.
dario
Quando la diga di Salcano era ancora in fase di progettazione il conte G.Coronini sostenne il principio che lui definì "Nihil de nobis sine nobis" Ma gia… Coronini, chi era costui…solo quello che lasciò in eredità a questo Comune qualche miliardo, Comune che non fece nulla per meritarselo nè quando il conte era ancora in vita e men che meno oggidì che non si è fatto nulla per commemorarne la compianta dipartita.