Brandolin afferma che è un fatto storico la viabilità straordinaria transfrontaliera che “devia” in Slovenia gli automobilisti provenienti dal raccordo e diretti a Gorizia: in effetti è un bel segnale di integrazione e collaborazione, la prova che si potrebbero realizzare grandi cose se esistesse un Gect “costruito” meno frettolosamente, con maggiori consensi e con ben più larghe vedute di quello sottoscritto qualche mese fa (e per il momento lungi dal produrre qualche frutto).
L’ex presidente della Provincia chiede al sindaco di Gorizia di far rimuovere la gabbia confinaria di via san Gabriele, vero intralcio al sempre più intenso traffico della zona; anche su questo ha ragione, è bene tuttavia che questa proposta vada di pari passo con la valorizzazione delle vecchie strutture di confine: in altre parole sì alla rimozione di cabine fatiscenti ma anche alla più volte richiesta sistemazione del museo diffuso del Novecento nelle “casette” che invece il Comune di Gorizia sembra intenzionato a vendere per “fare cassa”.
Infine il Brandolin si lascia prendere un po’ dall’entusiasmo e vuole anche la rimozione delle fioriere che impediscono il transito alle auto in piazzale della Transalpina: ma perché eliminare uno dei pochissimi spazi “starogoriziani” lasciati ai ciclisti e ai pedoni che si possono incontrare “a metà” senza temere lo slalom delle automobili? Suvvia, l’integrazione è favorita maggiormente dal guardarsi in faccia e dallo stringersi una mano che dallo sfrecciare di qua e di là chiusi nella propria scatoletta mobile!
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