… il popolo della libertà, ribattezzato dal suo zar “partito dell’amore”.
C’era (o volevano far credere che ci fosse) a livello nazionale e si è visto come è andata a finire, con le risse ai limiti della querela fra berlusconbossiani e finiani e con un voto di fiducia pesantemente condizionato dalla reciproca rivelazione di pesanti scheletri ben nascosti negli (ahimé assai vasti) armadi politici.
C’era a livello regionale, dove lo scontro tra Lega e Udc pone il presidente Tondo in condizione di evidente difficoltà e l’ex guida del Consiglio regionale Ballaman affonda giustamente sotto i colpi della Corte dei Conti e dell’azione penale contro l’uso disinvolto dell'”auto blu”: chissà chi gli ha fato lo sgambetto, fuoco amico?
C’era a livello provinciale e comunale di Gorizia. L’ex sindaco Valenti attacca senza mezze misure il gradese Marin (anche qui parole di fuoco, da querela), quest’ultimo replica alzando ulteriormente i toni, l’ex coordinatore An e vicesindaco di Gorizia Gentile interviene contro il suo capogruppo in Consiglio Comunale (cioè sempre Valenti): il povero Fabio si agita inascoltato, stritolato fra un “colosso” sotto indagine per il disastro dell’Ospizio Marino e un altro “colosso” che ha dominato la scena della destra (nel senso politico) isontina da molti anni a questa parte. Evidentemente non ci sta a lasciarsi trascinare politicamente in una scabrosa vicenda giudiziaria della quale in effetti non sembra essere certo protagonista; tuttavia un pensierino a “cambiare mestiere” lo potrebbe anche fare osservando come si è ridotta Gorizia tra il 1990 e il 2010: vent’anni nel corso dei quali il Valenti è stato per dieci sindaco e per altri dieci alquanto influente e quasi sempre decisivo consigliere politico (da tre “uomo del monte” che dalle retrovie impone ad alta voce ai “suoi” il voto “sì” o “no” alle delibere della Giunta e alle mozioni consigliari).
Il sindaco Romoli cerca di gettare acqua sul fuoco: solo un paio di mesi fa aveva “sparato” sui giornali contro il centro sinistra che “si odia diviso su tutto”; adesso deve constatare amaramente il gramo destino del suo “partito dell’amore” travolto dai personalismi e dalle minacce di reciproche querele.
In un contesto normale si direbbe "botte da orbi". Nel partito dell'Amore, invece, risulta più indicato il neologismo "baci da orbi". Dopo "Roma ladrona", pian piano si è risaliti più a nord fino a raggiungere il profondo nord: da Arzignano, comune del vicentino, dove tutti, ma proprio tutti, gli imprenditori conciari evadono le tasse, con l'ausilio del coro muto del "mutuo soccorso" perchè "così fan tutti", a San Vito al Tagliamento, dove l'assessore della Lega viene pescato con le mani nel vaso di marmellata per una mazzetta da 15.000 euro, su su fino al presidente del consiglio regionale del Friuli-Venezia Giulia, quel Ballaman – sempre della Lega Nord – che, armato di 357 magnum, si fa scorazzare su e giù tra Veneto e Friuli, per un danno erariale di 28.000, secondo la Corte dei Conti.
Nel PdL (Partito dell'Amore), invece, si arriva quasi alle mani – stando alle notizie di stampa – tra Valenti e Marin, mentre il vocesindaco Gentile, tra i due, fa la figura del vaso di coccio mentre volano insulti e (metaforicamente) "sberloni".
In questo quadro, pare proprio che non ci sia altro da fare che aspettare e magari incoraggiarli: "Dai, metteteci un po' più del vostro amore!"
Donald Lam
Sempre a proposito d'amore, ma per la pecunia e il potere, torna l'idea che il sindaco faccia saltare il piatto in concomitanza con la nomina a Friulia. Estote parati, come dicevano i nostri. Qui non è da escludere un arrivo più rapido anche alle comunali e allora sarà molto divertente giocarsela tutta, questa partita.