Molti ieri sera in televisione, sintonizzati per la partita Italia-Serbia, avranno assistito all’esibizione del cetniko incappucciato che, appollaiato in cima alla barriera di plexiglas, ha fatto e soprattutto distrutto tutto quel che gli pareva. Del tutto indisturbato. E dire che lui e i suoi camerati avevano di fronte la temibile polizia di Genova, quella della scuola Diaz e di Bolzaneto, per intenderci.
Evidentemente affrontare l’energumeno tatuato era cosa più complessa che massacrare di botte un centinaio di pacifisti addormentati nei sacchi a pelo.
La polizia lamenta che dalla Serbia nessuno li aveva avvisati. Davvero nessuno immaginava? Dopo che gli ultras si erano bastonati al derby Stella Rossa – Partizan per unirsi subito dopo nell’aggressione al gay pride di Belgrado? Ma non li leggono i giornali?
E anche fosse, non potevano fermarli dopo che nel pomeriggio hanno attaccato persino il pullman della propria nazionale, oltre che messo a ferro e fuoco il centro di Genova?
Da un ministro della polizia leghista che strepita sempre a sproposito di sicurezza, almeno un minimo di prevenzione, ce lo potevamo aspettare. O no?
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