Da che si capisce il Pd ha deciso di rompere gli indugi e avviare una pericolosa stagione di isolamento in vista delle elezioni provinciali della Primavera 2011. Lo statuto prevede – come è ovvio – che le elezioni primarie sono da tenere all’interno del partito solo in assenza di una coalizione; nel caso della sua esistenza il Pd non prevede pre-primarie ma solo lo schieramento fino a due candidati alle primarie di coalizione, affiancandoli a quelli presentati dalle altre forze di centro sinistra e sinistra.
Le dichiarazioni che accreditano una “primaria” interna al Pd finalizzata a scegliere il candidato presidente fra Gherghetta e Fabbro evidenziano quindi la volontà di una parte del partito di ignorare l’esistenza delle altre forze dell’attuale coalizione che sostiene la Giunta provinciale. Le batoste di Gorizia 2007, delle regionali e Politiche 2008 come pure quelle del Piemonte 2010 e tante altre, sembrano non aver insegnato nulla: se il Pd non siede a un tavolo di coalizione ma prende delle decisioni autonome e le impone dall’alto ai “coalizzati” non può accusare chi non accetta la riduzione a “numero” di consegnare le amministrazioni alle destre.
Una nuova politica presuppone senza se e senza ma un ben diverso stile di confronto e dialogo consono all’idea fondamentale di partecipazione democratica.
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