L’attuale vicepresidente della Provincia di Gorizia dichiara ai quotidiani di voler sfidare il Presidente alle possibili “primarie” Pd; sono lontani i tempi in cui i due sorridevano rassicuranti dai manifesti elettorali affissi un po’ ovunque. E sono lontani i tempi in cui i partiti, prima di avventurarsi nelle campagne elettorali, decidevano in modo unitario se indire primarie, con quali candidati e con quali programmi. Nel frattempo ci sono state varie batoste: Gorizia 2007, dove la corazzata Ulivo ha defenestrato il sindaco uscente, ha rifiutato ogni accordo con il resto dello schieramento e ha subito l’umiliazione di essere surclassata alle elezioni oltre che da destra anche da sinistra; Politiche 2008 quando il mancato accordo a livello nazionale ha portato il centro sinistra e la sinistra alla più grande débacle dal dopo guerra; Regionali 2008 con l’imprevista ma nettissima sconfitta dello schieramento pro Illy, decisa anche da accordi interni alle varie segreterie; Europee 2009, triste deja vu rispetto all’anno precedente se non fosse per il volto sorridente della Serracchiani (peraltro poi scomparsa dall’universo mediatico avendo preferito il doppio incarico Europa/segreteria regionale Pd allo sfruttamento dell’inatteso impatto mediatico da “faccia nuova” del mondo politico italiano)…
Nonostante tutto il Pd sembra voler “tirare dritto”, quasi come Romoli con il suo ascensore al castello: contro il suo stesso Statuto vuole indire primarie di partito, per imporre “a posteriori” (in tutti i sensi!) le proprie scelte agli eventuali coalizzati. Coloro che hanno sostenuto la Giunta Gherghetta – con tutti i cambiamenti sopravvenuti negli ultimi cinque anni – si stanno incontrando da mesi assiduamente a Gradisca e difficilmente accetteranno il solito diktat; per questo hanno recentemente messo in guardia i responsabili provinciali del Pd invitandoli a un tavolo di trattativa dove decidere insieme se confermare il presidente uscente o se indire primarie di coalizione. Se non sarà così tutto potrebbe accadere e se il centro sinistra andrà disunito alle provinciali non potrà che attribuirne la responsabilità ai suoi inossidabili manovratori del vapore.
A Milano i dirigenti locali del PD si sono dimessi dopo la batosta che alle primarie di coalizione ha visto vincere a furor di popolo il "vendoliano" Pisapia contro il candidato targato PD. Non sarebbe male che anche i manovratori del PD isontino si dimettessero, magari preventivamente, prima di combinare danni irreparabili.
infatti il danno di immagine nel vedere la demartin ora schierata contro Gherghetta, quando sorrideva raggiante accanto a lui è devastante. Non abbiamo anche noi il pisapia nostrano? pensiamoci bene….
A questo punto credo che dovremo proprio cercarci il nostro Pisapia. Gli attuali dirigenti del Pd stanno riproponendo lo stesso percorso che ha condotto al siluramento di Brancati e le facce dei congiurati sono in gran parte le stesse per quanto concerne gli ex-Margherita, mentre per gli ex-Ds i manovratori vanno ricercati nell'ala bersaniana. Come la volta scorsa a Gorizia, questi figuri si stanno attivamente adoperando per consegnare la provincia alla destra. Occorre fermarli per tempo.