A Roma negli anni ’70 il Colosseo era diventato una gigantesca rotonda per le automobili. Chi veniva dalla periferia ci girava attorno per andare a piazza Venezia o per proseguire verso il Lungo Tevere e San Pietro e anche per imboccare il grande stradone che portava al mare. Sulla rotonda del Colosseo giravamo spesso ma mitica restò la volta in cui nostro zio superò passandola a destra un’auto che ci aveva da poco tagliato la strada e noi bambini sul sedile posteriore saltammo in aria dalla gioia. Il Colosseo ci piaceva un sacco ma quel sorpasso era meglio: restò irripetibile. Anche perché di lì a poco quelle acrobazie al volante non si sarebbero potute più fare. Il 30 dicembre del 1980 Petroselli, il sindaco comunista di Roma, inventò la prima isola pedonale e il divieto di circolazione delle auto attorno al Colosseo.
Il provvedimento fu d’esempio per tutto il Paese e cambiò il volto urbano delle città: lo spazio pubblico diventò un posto per stare assieme. Per l’Italia fu una svolta portata avanti con gran fatica. In quegli anni c’era chi riteneva che tutto il traffico automobilistico si sarebbe bloccato o chi come la lobby dei commercianti temeva di non vender più nulla e di chiudere i negozi.
Invece le isole pedonali nacquero pian piano in tutte le città.
Dire pian piano per Gorizia è qualcosa di più di un eufemismo: trent’anni ci son voluti per trasformare le vie Garibaldi, Mazzini e Rabatta nella prima isola pedonale della città. Sempre in tempo per far credere all’amministrazione comunale di governare una città moderna e all’avanguardia. Sempre tardi per restare al passo con la cultura urbana contemporanea: oggi, nel resto d´Europa, di isole pedonali non si parla nemmeno più. Esistono già grandi quartieri – ma si progettano anche intere città – “carfree”: liberi i quartieri e libere le città dalle auto.
Una rivoluzione culturale che – come quella di trent’anni fa – non è nemmeno ipotizzabile per Gorizia, dove ancora oggi nei nuovi progetti delle piazze e in quelli di sistemazione delle strade si risolvono per prima cosa i problemi delle auto e dove si continuano a costruire rotonde senza avere nemmeno un colosseo per girarci attorno.
la compagnia dei transalpini
Corro subito in città per vedere di persona come la via dei Rabatta sia diventata isola pedonale dal detto al fatto!
Non ti preoccupare: è scritto Rabatta ma deve intenderesi via delle monache!
via de le monache … par caso son pasada de là e davanti 'na botega de fische gò vist robe strane che dovaria essar par sentarse sora, ma fate in modo che te sbrisse … gorizia vol essar proprio moderna a tuti i costi! 🙂
sono pienamente daccordo per l'articolo, tutte vie slegate tra loro. Carfree, dovrebbe comprendere un'area più vasta e anche la tanto propagandata piazza senza Vittoria con proposte mobili permanenti di degustazione dei prodotti tipici del luogo, mi immagino una specie di animazione permanente, un luogo d'incontro e socializzazione.
Per le panchine sui cui "se sbrissa" è d'obbligo rivolgersi ad un noto architetto goriziano, mentre mi pare davvero improbabile richianare il termine "carfreee" per il percorso pedonale realizzato sì dalla giunta romoli ma con progetto e finanziamenti ascrivibili al "famigerato" Brancati. Romoli, di suo, ci ha messo la realizzazione: un anno per ripavimentare via Garibaldi, tempo tprevisto dal cronoprogramma dell'Ufficio Tecnico del Comune: 3 mesi. Solo per la precisone
Donald Lam
Ed intanto abbandonano a se stessa la ZTL Zona Traffico Limitato di via Ascoli / via S.Giovanni. Qui regna il caos totale.
Ricordiamoci che fra un anno ci sono le elezioni, xe ora de vincerle per spazzar via sta maniga de paiazi dalla faccia della terra.