Passa di questi tempi in TV uno spot davvero furbo. Due persone con la stessa faccia muovono i pezzi degli scacchi, accompagnando le mosse con affermazioni apparentemente contrapposte: una favorevole e una contraria al nucleare. In realtà lo spot è il primo passo di una grossa – 6 milioni di euro secondo Il Sole 24 ore – e suadente campagna pubblicitaria commissionata dalle imprese che intendono investire sul nucleare.
Ma a ben pensare anche questa è un’ulteriore dimostrazione che qualcosa non torna.
Il coro dei favorevoli parla di una scelta senza alternative, racconta che il referendum di vent’anni fa non conta più nulla e che la prima pietra del ritorno del nucleare più volte promessa dal governo del fare verrà posata la prossima settimana (in realtà dopo una serie di rinvii ora si parla di primavera 2013). Ma ci sono alcuni aspetti dei quali sembra siano preoccupati.
Primo: i sondaggi dicono che gli italiani sono ancora contrari al nucleare.
Secondo: proposte di legge popolari per lo sviluppo dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili sono state presentate al Parlamento e attendono risposta.
Terzo: la recente delibera del governo non convince le Regioni che si riservano un diritto di veto, territorio per territorio, sulle localizzazioni del nostro “rinascimento atomico”
E poi in rete c’è uno studio con un progetto previsto per i prossimi 10 anni. Sostiene che rendendo più efficienti trasporti, edilizia e vari altri settori industriali, si ottiene un risparmio di energia fossile, un aumento della produzione industriale, una riduzione dell’inquinamento e un bilancio positivo per il sistema economico nazionale di 14 miliardi di euro.
Se pensate che queste cose siano scritte dai soliti ambientalisti sognatori – quelli che per Tremonti “si trastullano con i mulini a vento” – allora cercatevi questo studio in rete. Si chiama “Proposte di Confindustria per il Piano Straordinario di Efficienza Energetica 2010”. Confindustria! Gente che non sta lì a pettinar le pupe e che sostiene che non si possono sommare tutti gli investimenti possibili, occorre scegliere. Non ci sono soldi per investire contemporaneamente su nucleare e rinnovabili.
Ma c’è un dato in più che emerge dallo studio: scegliendo fonti alternative e risparmio energetico cresce – oltre al PIL – l’occupazione: 1 milione e 600 mila posti di lavoro!
Contro i 10.000 propagandati dai promotori del nucleare, quelli che giocano a scacchi con i nostro futuro.
la compagnia dei transalpini
sono tutte balle
è da parecchi anni oramai che la politica dice che crea ed hà creato addirittura milioni di posti di lavoro………………….solamente su carta però o solamente a parole (frasi fatte), mentre in realtà i posti di lavoro stanno calando a dismisura,infatti la disoccupazione è sempre più in aumento
ed il governo cosa fà ?
assolutamente niente, mangia a sbaffo è fà la bella vita con i nostri soldi
in italia, oramai mancano i fatti concreti,vogliono cambiare l'economia solo con le parole e schiacciando i pulsanti, invece non sanno che facendo così aumentano sempre più il livello di povertà……………………………..bla bla bla