Giusto per essere precisi. L’assessore Gentile si dichiara disposto a spiegare il proprio comportamento “in seduta segreta” durante il prossimo Consiglio Comnunale. Non c’è proprio niente di segreto, qui non si discute sull’opportunità o inopportunità delle azioni del vigile “n.26”: su questo argomento ognuno può mantenere le proprie idee… Ciò che si contesta sono almeno tre gravi affermazioni che devono trovare riscontro, pena – per almeno due di esse – l’incorrere nel reato di diffamazione:
1. Gentile negli articoli dei giorni scorsi aveva messo in dubbio la legittimità dei certificati medici che avevano consentito in passato al tutore dell’ordine di usufruire di periodi di malattia: le sue illazioni, se non dimostrate, erano offensive anche della dignità dei medici che avevano sottoscritto tali certificati.
2. Sui quotidiani odierni Gentile dubita “chi ci sia stato un infortunio”: che il vigile sia stato ricoverato in ospedale per un incidente capitato durante le ore di lavoro è un fatto, come è un fatto il suo trattenimento presso il reparto di medicina; anche qui sembra di intravedere una velata accusa ai medici del nosocomio cittadino che avrebbero disposto il ricovero per alcuni giorni di un “non infortunato”.
3. Sostenere che “non si può andare a trovare tutti i dipendenti comunali che vengono ricoverati in ospedale” è giustificazione ridicola: dovrebbe essere ordinaria amministrazione una visita a chi comunque vive un momento di difficoltà, indipendentemente da ciò che si pensa del suo operato. E se effettivamente c’è qualcosa da rilevare occorre che ciò sia portato nelle sedi competenti prima che sulla stampa locale. Mantenendo comunque un minimo di pietas per chi in ogni caso si è fatto male.
Su questi punti non c’è bisogno di alcuna seduta segreta del Consiglio Comunale: basterebbe un po’ di prudenza nel parlare, un pizzico di umanità nel visitare e un po’ di creatività nell’affrontare i problemi dei tutori dell’ordine; problemi che, a giudicare dalle prese di posizione odierne con addirittura la non partecipazione alla festa patronale, non sono soltanto derivati dal comportamento del vigile 26.
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