Una passeggiata intorno a Piazza Vittoria può essere veramente istruttiva. La (mancata) lungimiranza dei politici avrebbe potuto realizzare il primo grande centro commerciale diffuso, ben prima dell'”esplosione” degli outlet falso barocchi o rinascimentali; invece le amministrazioni comunali che si sono succedute fin dai tempi dei “favori” economici derivati dalla collocazione al confine orientale e del privilegio della zona franca non sono state in grado di evitare l’attuale situazione di inquietante degrado. Un negozio porta la scritta “Affittasi”, l’altro “Cessata attività”, il terzo “Vendesi” e così via: l’interminabile protrarsi dei lavori in piazza e nelle vie limitrofe insieme allo spostamento del baricentro commerciale (e dei parcheggi di servizio) verso la zona del Municipio ha portato al tracollo le attività già minate da una totalmente non programmata anche se del tutto prevedibile transizione dovuta all’annunciato e poi realizzato ingresso della Slovenia nell’Unione Europea. E adesso? Adesso l’attuale amministrazione punta tutte le sue carte sugli ascensori al castello, pensando forse che folle di turisti saranno scaricate dalle corriere nel miniparcheggio di via Giustiniani, affronteranno con entusiasmo i 450 metri di umida galleria (e resterà tale anche dopo i lavori, dal momento che una de-umidificazione dell’ormai vecchia struttura comporterebbe ben altri investimenti rispetto a quelli previsti), pagheranno i tre euro necessari a salire festanti sui tre mezzi meccanici che consentiranno loro di valicare poco più di sessanta metri di dislivello, scenderanno estasiati per diffondersi nel centro storico pedonale riempiendo bar, negozi e tipiche trattorie… Quanti saranno? 40mila? 140mila come preconizza Devetag che per spiegare le sue cifre addiziona quelli che vanno al castello più quelli che visitano il vicinissimo museo della guerra più quelli che entrano nella chiesa di Santo Spirito (supponendo che il turista che attraversa Borgo Castello visiti rigorosamente uno solo dei monumenti dell’area riservandosi di tornare negli anni successivi a visitare gli altri!) e aggiunge un tasso di crescita tendenziale annuo? E perché non 500mila come a Lubiana o due milioni come a Pompei?
A questo punto, in assenza di qualsivoglia previsione scientifica e di proiezione turistica, tutti i numeri hanno lo stesso valore, cioè non contano nulla e rilevano ancora una volta la drammatica incapacità di programmazione che da sempre – ma in particolare in questi ultimi vent’anni – caratterizza la vita politica della città.
Eh, ma voi del Forum siete sempre i soliti scettici. Abbiate pazienza, ora a voi ci pensa Del Sordi, che si è studiato a memoria una decina di faldoni "alti ognuno 15 centimetri" e a tutte le vostre obiezioni darà una risposta convincente. Anzi, ha già iniziato.Poichè sui costi di gestione non c'è una mazza di previsione se non la "lista della spesa" risalente a sette/otto anni fa, l'assessore ha la risposta sicura: se la gestione va in rosso non c'è problema, come per qualsiasi a altro servizio (dal trasporto pubblico, agli asili, al costo delle mense) se ne fa carico la collettività!
Questo il "moderno welfare" del centrodestra: la risalita in ascensore al Castello è pari – per l'interesse generale della collettività – ad un pasto caldo all'asilo. Chapeau!
Donald Lam
Affitasi, vendesi, cessata attività…la città va a remengo ma avete visto l'ideona del sindaco?
Sul MESSAGGERO di ieri, spiega come attrezzare la galleria Bombi:
«L’idea di creare un polo d’attrazione culturale sui generis potrebbe certamente costituire uno dei modi più interessanti attraverso cui valorizzare gli spazi della galleria – spiega convinto il sindaco Romoli – L’area, debitamente attrezzata, potrebbe ospitare eventi espositivi, mostre, ma anche altri avvenimenti…”
Vado ad elencare a memoria: dopo importanti palazzi pubblici già ceduti sono in svendita anche il valico di San Pietro e del Rafut, e poi sono abbandonate le ex casermette, l'ex centro sociale di via Ponte del Torrione, l'ex Stabilimento Bagni pubblici, l'ex Provveditorato agli Studi, la sala Stella Mattutina, l'ex sede Banca d'Italia, l'ex scuola Pitteri, l'ex Ospedale Civile e Pneumologico, l'ex Autorimessa Trasporti urbani, l'ex Collegio Filzi, la Caserma Pecorari, l'aeroporto Duca d'Aosta, gli ex uffici ASS di via Vittorio Veneto ecc ecc ecc…palazzi e luoghi giusto un attimo più adatti dell'umida e fredda galleria Bombi a diventare “polo di attrazione culturale”.
Complimenti sindaco. Una grande idea per il futuro di Gorizia.
PS
Basta col no se pol: con il polo d'attrazione culturale di galleria Bombi i 140.000 turisti diventeranno 280.000!