Le parole pronunciate da Berlusconi alla destra cattolica riunita all’Ergife di Roma segnano un “passaggio” significativo: in un’assemblea “minore” attacca con insolita veemenza le proposte di legalizzazione del matrimonio fra persone omosessuali e l’adozione al di fuori di legami consolidati eterosessuali. E’ difficile pensare che dell’argomento abbia qualche cognizione di causa o che gliene importi veramente qualcosa; piuttosto sembra voler verificare lo stato del “gradimento” della sua leadership da parte di un mondo – quello cattolico istituzionale appunto – che in generale non gli ha mai nascosto le proprie simpatie. E ancora una volta al suo appello non rispondono con entusiasmo soltanto i gruppi ultra tradizionalisti ben più preoccupati dell’instaurazione del regno della Chiesa sulla terra che della condotta e disciplina dei suoi condottieri. Con qualche leggero rilievo critico “dovuto” a una base cattolica al contrario sempre più insofferente della commistione tra pubblico e privato che sta paralizzando l’Italia la maggior parte della gerarchia – con i silenzi e le parole – sembra avvallare tale tesi: “l’importante non è essere coerenti, bensì fedeli”, sostengono molti vescovi, giungendo di fatto ad affermare di preferire “chi governa difendendo la famiglia pur distruggendo la propria che chi ha un’ottima famiglia ma accetta di discutere le proposte di chi la vuole distruggere”. Insomma, nella più concreta machiavellica concezione del “fine che giustifica i mezzi” anche chi guida la Chiesa cattolica preferisce che siano garantiti i privilegi dell’insegnamento della religione cattolica retribuito dallo Stato ma condizionato dall’idoneità conferita dall’autorità religiosa, dell’8 per mille distribuito sulla base dell’intero gettito e non soltanto di quello relativo ai “firmatari” della sua destinazione, del possibile ottenimento di qualche garanzia in più per le scuole non statali…
Sono lontani i tempi dell’arcivescovo Thomas Becket assassinato nel 1170 a Canterbury (quello dell'”assassinio nella Cattedrale” di T.S. Eliot, per intendersi) perché si rifiutava di accondiscendere alle lusinghe del suo re, ritenendo le leggi della coscienza superiori a quelle imposte dai regimi! In altre parole la Chiesa ufficiale uscirà da questa vicenda rafforzata nel suo potere temporale, alquanto indebolita nella sua funzione di richiamo alle coscienze e di annunciatrice di speranza nel mondo.
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