Credo abbia fatto bene Il Piccolo ad intitolare “Ascensore, sempre più fitto il mistero dell’iter progettuale” la nota redazionale pubblicata sabato 12 u.s., perchè resta inspiegato “il nodo dei nodi”, quello cioè che ha indotto la giunta Brancati, ancorchè contraria alla realizzazione del contestato progetto, a dare il via libera al progetto esecutivo per la realizzazione dell’ascensore (peraltro stralciando l’acquisto e la messa in funzione delle cabine) e proseguito ora – nella fase realizzativa – dalla giunta Romoli, nel mentre non risulta più spendibile la “balla spaziale” della restituzione dell’intero finanziamento qualora non si fosse proceduto alla realizzazione dell’impianto di risalita. Perchè allora l’incaponirsi di Brancati e l’ostinarsi di Romoli nella messa in opera di un progetto che il primo non voleva e su cui il secondo poteva soprassedere, mentre invece ancora di recente a fronte della richiesta del Forum di indire un referendum tra i cittadini, con burbanzosa baldanza Romoli dichiarava che “l’ascensore si sarebbe fatto comunque, anche a prescindere dall’opinione della cittadinanza”? La domanda affatto peregrina de Il Piccolo, poichè “i conti continuano a non tornare a prescindere dalle singole valutazioni sull’utilità dell’opera”, risulta allora: a chi davvero serve la realizzazione di quest’opera?. E’ palesemente questo il vero mistero dell’intera vicenda. Certo giova alla ditta che ha vinto l’appalto, giova al direttore dei lavori per il prestigioso e ben retribuito incarico, giova ai pochi o tanti che risultano coinvolti nella realizzazione, ma non pare davvero interessare e giovare alla città se per il centrosinistra era un’opera che si doveva non fare e per il centrodestra è un’opera risalente all’amministrazione precedente che ritiene di essere costretta a realizzare. Forse la risposta sta in quella pretesa “autonomia della politica” che svincola gli uomini politici da un rapporto diretto con i rappresentati che non vengono interpellati nè ascoltati al di fuori delle scadenze canoniche, per cui poi “il collegamento diretto con Borgo Castello” si realizza a prescindere dalle reali necessità della comunità di riferimento. E’ stato così anche per il Conference Center, realizzato senza alcuna credibile prospettiva concreta per il suo utilizzo, se non continuativo, almeno frequente. Il rischio reale mi pare oggi quello di un’opera sostanzialmente analoga, del tutto inutile e soprattutto dispendiosa per la città.
Dario Ledri
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