L’unità d’Italia è un valore? E’ difficile negarlo, soprattutto oggi quando il Paese è inserito nell’Unione Europea e la sua identità è determinata anche dalle sue relazioni con le altre Nazioni del Vecchio Continente.
Essere uniti significa “sentirsi parte” di una storia e di un progetto: di una storia alla quale appartengono le persone, le inestimabili opere d’arte, le diverse espressioni caratteriali del Nord, del Centro, del Sud e delle Isole; di un progetto che non è più quello “dell’elmo di Scipio di cui si è cinta la testa”, ma di portare nel cuore del mondo una ventata di autentica pace radicata nella cultura dei popoli.
Si può essere italiani e nel contempo sentirsi sloveni, friulani ma anche africani o asiatici: non è un'”identità” chiusa in se stessa, immutabile e intangibile; è da sempre una “condivisione” di esperienze differenti che nel passato hanno generato infinite imprese in ogni campo dell’agire umano, le altezze artistiche di Giotto e Michelangelo, le vette letterarie di Dante e Petrarca, il genio spirituale di Francesco d’Assisi o Caterina da Siena, l’intelligenza scientifica di Leonardo da Vinci e di Galileo Galilei…
Un patrimonio che non appartiene solo agli italiani ma a tutto il mondo; grazie al faticoso e cruento (non scevro di episodi problematici) movimento risorgimentale gli italiani hanno potuto farlo proprio, crescendo nella consapevolezza del proprio ruolo e della straordinaria eredità ricevuta.
Il ricordo dei 150 anni trascorsi da quell’Unità d’Italia che avrebbe richiesto ancora diversi decenni per risultare compiuta coniuga attese e delusioni, speranze e perplessità; anche il presente non sembra offrire molti spunti in grado di indurre all’ottimismo.
Ma è proprio per questo che è giusto festeggiare e prendere coscienza che la memoria di quegli eventi è un impegno per il presente: l'”unità nella diversità” che ha da sempre caratterizzato l’Italia può ancora tradursi in capacità di accoglienza, solidarietà fraterna, impegno diuturno per la giustizia sociale e per la pace, cooperazione internazionale, promozione culturale.
Si tratta insomma di amare l’Italia per amare di più il mondo, di amare il mondo per amare di più l’Italia.
Ahooo! Volemose bbene.
Guccini? W l' Italia … Viva l'Italia che Resiste