Lo spunto per questo articolo a firma Nevio Costanzo è da ricercare nel testo “Mantova andrà in bici” di Paolo Berizzi pubblicato il 5 marzo di quest’anno sul sito on line Repubblica (http://viaggi.repubblica.it/articolo/e-tutta-mantova-andr-in-bici/223249).
Ci sono molte analogie tra Mantova e Gorizia: entrambe sono circondate da qualcosa. Mantova, su tre lati da tre laghi formati dal fiume Mincio e il quarto lato da una linea ferroviaria. Gorizia da un lato dal fiume Isonzo e per tre lati dall’(ex) confine (che comunque rappresenta sempre un’opportunità di collaborazione con le altre Amministrazioni contermini). Hanno una distribuzione di popolazione per età quasi simile, sono pianeggianti (a parte, per Gorizia, il colle del castello) si attraversano comodamente in 10 minuti. Sono dati molto importanti, soprattutto gli ultimi, per affermare che sono entrambe a portata di bicicletta.
L’amministrazione comunale di Mantova, partendo dal presupposto che l’uso della bici fa bene alla salute e richiede poco consumo (le calorie del ciclista!) ha deciso di rendere la città ciclabile, ovvero di realizzare una rete di piste ciclabili connesse tra loro e in continuità con le frazioni e comuni limitrofi. La città è dotata attualmente di una sola ciclabile e prevede di realizzarne trenta.
Le ciclabili goriziane sembrano più a un “percorso per sgambamento ciclisti” che qualcosa di razionale e continuativo: nessuna di esse è collegata e nemmeno ha l’appeal per invogliare il ciclista ad utilizzarle. Si va, a titolo esemplificativo, alla ciclopedonale via del San Gabriele con le tracce ormai scolorite sui marciapiedi e l’attuale mancanza di scivoli nel tratto da via Corsica a piazza Medaglie d’oro; alla segnaletica orizzontale, mai vista, sul marciapiede di via V. Veneto; il tracciato sconnesso e condiviso con parcheggio sul marciapiede di viale XX settembre nel tratto prima del Liceo Classico e in prosecuzione verso via Brigata Pavia (con la variante, a mezzo viale, che ha la segnaletica verticale di tracciato misto…). La ciclabile del corso, ove manca il semaforo per ciclisti all’incrocio con via XXIV maggio. C’è troppa improvvisazione.
Manca del tutto, per il cittadino, la possibilità di capire come si evolveranno le ciclabili a Gorizia, ovvero se i tratti chiamati ciclabili hanno una logica nella rete cittadina (c’è?), se verranno connesse con quelle regionali (due partono/arrivano a Gorizia – fonte sito della Regione FVG) e con quelle delle località contigue.
Non c’è alcuna evidenza nel sito del Comune di una pagina di informazione sul piano della mobilità urbana (digitando mobilità urbana, ciclabili, biciclette, non appare alcuna mappa o informazione specifica) e, nella fattispecie, della rete ciclabile e programmazione.
Non si può negare che prima c’era il nulla, ma per questa ragione si poteva fare esperienza di quanto realizzato in altre città per copiare le migliori realizzazioni.
Concludendo, Gorizia ha la possibilità di diventare una “città amica dei ciclisti” per le tante già segnalate motivazioni che cioè l’uso della bici fa bene alla salute, e consumo poco, aiuta a socializzare, ecc.; oppure … “no se pol”?
conosso mantova, ma no vedo tante analogie con Gorizia …
a parte "… circondate da qualcosa … popolazione per età quasi simile … pianeggianti … si attraversano comodamente in 10 minuti"
tut in quela cità me par diferente, a cominziar se volemo da le ciclabili