La prima sensazione che si prova davanti alle immagini provenienti dal Giappone è quella dell’impotenza: la forza della natura è immensa e sconvolgente, se la ride delle strategie e delle filosofie di noi fragili esseri umani. Colpisce in queste occasioni anche la costruttiva ondata di solidarietà che contrasta le gigantesche onde distruttive dello tsunami: un po’ come nei paesi di vecchia tradizione, dove tutti ci si critica e ci si contrasta ma quando qualcuno cade in disgrazia nessuno si tira indietro e cerca di aiutare, sostenere, incoraggiare.
Grazie ai mass media le catastrofi come quella giapponese non sono più un fatto che riguarda un particolare territorio ma diventano patrimonio di dolore e di impegno dell’intero “villaggio globale”. Cordoglio dunque,solidarietà concreta, condivisione delle tensioni e delle paure, anche di quella “nucleare” visto che alla prova dei fatti – per quanto eccezionali non certamente irripetibili – uno di quei reattori di nuova generazione ritenuti dai “nuclearisti” esente da qualsiasi possibile danno, è andato in tilt aggiungendo timore mondiale a quello nazionale.
L’augurio al Giappone di rialzarsi quanto prima dalla mazzata e di non lasciarsi vincere dal terrore.
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