Gorizia non è morta, come molti da tempo ripetono.
Basta un breve tour serale per scoprire luoghi affollati, soprattutto di giovani goriziani e non. Ci si incontra, ci si diverte, si discute, i locali del (bel) centro storico rinnovato e consegnato ai pedoni sono pieni di persone; le iniziative culturali si moltiplicano al punto che spesso si sovrappongono, nonostante ciò sono alti i “numeri” delle presenze alle stagioni teatrali, alle conferenze dibattito, ai cineforum (quello su cinema e psicoanalisi e quello organizzato da Sos Rosa hanno registrato quasi il tutto esaurito), alle visite didattiche… Le proposte delle tante e varie associazioni offrono la possibilità di spaziare nei diversi campi del sapere e di confrontarsi insieme.
Anche a Nova Gorica si respira una buona aria, il caffé festivo mattutino in uno dei tanti esercizi del centro è occasione per incontrare persone e raccontarsi gli eventi della settimana trascorsa; le serate “attraggono” i giovani senza distinzioni di lingue e culture; le sperimentazioni architettoniche suscitano in molti compiaciuto interesse in altri qualche perplessità, ma così è la vita di un territorio il cui confine sta di fatto scomparendo dalla testa della gente. Si potrebbe parlare della crescita di una Gorizia/Gorica ormai inter-nazionale in cui il concetto di “nova” o di “stara” non riguarda più la città in quanto tale, ma soltanto la diversificazione dei suoi settori. Qualcuno oggi sui quotidiani paventa la “spaccatura” di Gorizia in una zona riservata agli italiani e in un’altra alla “minoranza”. E perché non sognare in grande pensando a un’amministrazione composita dell’intero territorio confinario con una ridefinizione delle circoscrizioni in funzione dell’inevitabile futuro sviluppo di qua e di là della scomparsa frontiera?
Gorizia e Nova Gorica vivono perché i loro abitanti vogliono vivere e si rendono conto delle opportunità straordinarie che potrebbero essere loro offerte… Sempre che chi li amministra – e qui ci si riferisce ovviamente soltanto alla parte italiana – sia all’altezza della situazione e non costretto a rincorrere e a frenare costantemente i cittadini sempre molto più avanti di coloro che siedono nelle “stanze dei bottoni”.
L'aria è nuova, le facce sono sempre quelle dal 1948, di generazione in generazione il potere goriziano si scambia come una fiaccola di padre in figlio. Non sarebbe il tempo di un reale rinnovamento? Giovani orfani senza famiglia, donne sotto i 50 motivate, persone che non siano figli, figlie, mogli e madri come nell'antica Roma. Giusto così, solo per la voglia di uscire anche noi dai tempi di Ceausescu.
Complimenti! Grande articolo!
"il confine sta sparendo dalla testa della gente"? A me non sembra, anche visto quanta poca gente a Gorizia parla sloveno.
mah … mi no gò mai volù un cunfin, me lo son dimenticà subito, ancora prima che i tire via le sbarre, e scrivo più spess par bisiac che par talian … e cossa vol dir? no parlo sloven parchè no lo so parlar