Appagata l’attesa di molti: chi vuole sapere “come va a finire” non può perdersi la quarta puntata della storia che avevamo lasciato mentre il sindaco e la mamma di Pier Ettore erano stati attratti dal frastuono di un elicottero che si stava avvicinando alla collina… (Le puntate precedenti sono state pubblicate il 12 il 16 e il 23 febbraio)
Pier Ettore guardava affascinato il grande elicottero bianco, rosso e verde che volteggiava lentamente nel cielo. Quando al mattino si era svegliato tutto era successo in un attimo, non ricordava bene il bel sogno che aveva fatto quella notte ma aveva sentito prepotente quell’impulso: era saltato giù dal letto per affacciarsi alla finestra, proprio mentre suonavano alla porta di casa. Aveva guardato fuori, il capriolo non c’era, e intanto sentiva le voci venire dalla cucina, la mamma era con un vecchio signore … chi era? che voleva? subito decise che a lui quel signore non piaceva. E di certo non piaceva neanche alla mamma, aveva sentito nella sua voce quel tono cortese e educato che sempre usava con gli scocciatori. Quindi ritornò alla finestra e continuò a seguire le lente evoluzioni dell’elicottero che sembrava voler atterrare proprio lì e fu allora che con un tuffo al cuore, lo vide: il capriolo era di nuovo là, in cima alla collina.
Ormai non c’era più tempo. Sentiva di dover fare tutto in fretta: indossò un pile, si infilò calzoni e trombini e saltò fuori dalla finestra gridando “Se non ora, quando?”.
Si lanciò su per la collina verso il capriolo che puntava fiero il muso verso l’elicottero che imperterrito girava in tondo per cercare un posto comodo di atterraggio. Il capriolo rimaneva fermo come in attesa e fu allora che Pier Ettore vide accucciato poco più in là, un piccolo e tremante cucciolo di capriolo che il bimbo si fermò ad accarezzare. Comprese allora che il suo amico capriolo era in realtà la mamma di quel cucciolo che già giocava con lui. L’elicottero stava per scendere e la mamma capriolo ora guardava con apprensione i due cuccioli, il suo e il cucciolo di uomo che giocando si rotolavano nella terra, mentre il mostro di acciaio stava arrivando, anzi era già lì, spostava l’aria attorno la collina e dal terreno brullo si levava la polvere…un attimo e la decisione era già presa, con un balzo la mamma era accanto ai due cuccioli e li spingeva dentro quel rifugio uscito da sotto le mura del castello. Sopra quel buco, venuto fuori proprio a seguito degli scavi, Pier Ettore prima di mettersi in salvo, riuscì a leggere REPARTO e poi MITRAGLIATRICI. E mentre ruzzolava nel rifugio assieme al nuovo amico pensò all’elicottero, al rifugio, alle mitragliatrici e al piccolo capriolo che gli leccava l’orecchio e davvero mai, proprio mai si era divertito così tanto.
Ma non si divertiva affatto la madre capriolo là ferma, nell’unica parte piana della collina, tentando invano di impedire all’elicottero di atterrare.
Su in cielo, il vecchio nonno era seduto accanto al pilota dell’elicottero che cercava il punto migliore per posarsi, e dall’alto guardava con stupore quel colle ai piedi del castello, spianato, disboscato, senza un filo di verde “e però, davvero bravi in questo posto – pensò – un’ottima pista di atterraggio”.
Giorni prima suo nipote Pier Pier Silvio aveva ricevuto quella letterina di Pier Ettore – “mah, che nome buffo da dare a un bambino” pensò – che raccontava la scomparsa del capriolo e tutto il resto, aveva preso a cuore la vicenda e l’aveva pregato di fare qualcosa.
Non era un buon momento per il nonno, i sondaggi lo davano in forte calo e cercava tutti i modi possibili per tornare in pista. Si era appena occupato in prima persona di salvare i colibrì di quel castello sul mare e anche quella storia del capriolo sarebbe potuta venire a suo vantaggio.
Alla fine aveva deciso di non parlarne a nessuno: dopo una sobria ed elegante serata nella sua villa, avrebbe dormito le solite tre ore e poi via a cercare il capriolo. E se non lo si trovava ne avrebbe comperato un altro, si assomigliano tutti, i caprioli, in fin dei conti. Ed ecco ora era lì, girava col suo elicottero sopra quel vecchio maniero sul colle, eccolo atterrare su quel terreno brullo e urtare qualcosa, ma cosa era stato? quel grande botto, nell’interno insonorizzato, quasi non si sentì, il nonno di Pier Pier Silvio aveva un elicottero indistruttibile, non era successo niente, neanche un graffio, né a lui né alla sua scorta, né ai due avvocati che si portava sempre dietro, niente …
Ora, sceso a terra, il vecchio nonno guardava quel capriolo steso lì, dilaniato, senza vita. Cribbio! Era venuto per salvarlo e l’aveva fatto fuori!
(4 continua)
la compagnia dei transalpini
vara che se al te ciapa ….! chi se permete de dighe vec' a lui? ah ah ah