Era stata presentata come una rivoluzione per Gorizia, il segnale della ripresa; Romoli l’aveva inaugurata solennemente con accanto i vertici del Gruppo Espresso, solennemente incavolato con un manipolo di cinque “oppositori” che avevano osato esprimere pubblicamente la tristezza di molti cittadini per le conseguenze di quella giornata. Il nuovo centro unificato per la stampa de Il Piccolo e Messaggero Veneto era una “festa” per pochi, non per coloro che hanno dovuto chiudere le sedi precedenti, non per i goriziani che hanno dovuto contestualmente subire il “taglio” della redazione di Gorizia del Messaggero Veneto.
Una ferita che si sente particolarmente nella città di Gorizia, dal momento che i paesi friulani della Destra Isonzo sembrano godere adesso più spazio di prima, mentre al capoluogo è dedicata una striminzita paginetta sufficiente sì e no per indicare qualche appuntamento, assai complicata da individuare anche nella versione online; gli edicolanti parlano di un del tutto prevedibile tracollo delle vendite, perfino i bar snobbano ormai il Messaggero che si appresta a raggiungere il sempre più nutrito album dei ricordi goriziani.
Perché questo accanimento contro Gorizia (chi legge il giornale su internet si sarà accorto che non c’è neppure il rimando alla pagina, collocata ordinariamente, ma non sempre, sotto il titolo “provincia”!) da parte dei vertici editoriali? E perché tanto rabbioso stupore da parte del sindaco quando qualcuno ha osato alzare la voce e presentarsi “schiena ritta” davanti all’amministratore delegato per sostenere che la città non meritava tale impoverimento?
Tutto è perduto? Forse no, se è vero che la vertiginosa contrazione delle vendite era certamente nelle previsioni e nel progetto di definire chiaramente le aree di influenza dei due principali quotidiani del fvg, un soprassalto di orgoglio del territorio goriziano potrebbe spostare l’ago della bilancia: solo ritrovando il ruolo ponte che ha consentito di crescere e abbandonando lo sterile vittimismo che ha devastato negli ultimi decenni le relazioni con le realtà contermini, Gorizia può ambire ad un futuro migliore. Anche dal punto di vista dell’informazione.
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