Il mondo trema. Trema per le radiazioni di Fukushima e per ciò che potrebbe significare la contaminazione nucleare (“non esiste alcuna possibilità di pericolo”, sentenziavano fino a due mesi fa molti soloni anche nostrani!). Trema per le guerre che insanguinano le Nazioni, per quelle di cui non si parla, per quelle di cui si parla o si fa finta di parlare (come quella in Libia della quale nessuno ha ancora capito la ragione e la strategia – e intanto la gente muore).
L’Europa trema, clamorosamente impreparata nel momento della più che prevedibile sfida dell’immigrazione: in una grottesca commedia dell’assurdo le Nazioni ricche rifiutano chi fugge dalla violenza e dalla miseria, accampando esattamente le stesse ragioni che hanno fatto la fortuna elettorale della Lega Nord il cui ministro Maroni diventa improvvisamente (e necessariamente) “umanitario”. E mentre qualche suo collega di partito vagheggia addirittura possibili bombardamenti delle carrette del mare, lo stesso ministro dell’Interno esprime giudizi pesantissimi sull’Unione, prospettando perfino la fine di Schengen e la fuoriuscita dalla Comunità. Sono affermazioni di una gravità inaudita che lasciano intuire la catastrofe economica, sociale e culturale di un eventuale passaggio dalle parole ai fatti.
E intanto l’Italia trema, con il voto sulla prescrizione breve di questa sera e con le vicende giudiziarie del Presidente del Consiglio. A quanto risulta dai resoconti quotidiani almeno lui non trema: i processi rischiano di impantanarsi e risolversi in mille prescrizioni; e mentre il mondo tremava lui che faceva? Stava al telefono, dieci cento telefonate al giorno con le olgiatine e le altre amichette, a conversare romanticamente del più e del meno… Come Nerone dopo aver appiccato il fuoco a Roma, come i molli ultimi imperatori ancora fiduciosi di poter comprare i propri “sudditi” donando loro “panem et circenses”.
Un'intera nazione "comprata" con le figurine dei calciatori, vallette, letterine e programmi televisivi (i "CIRCENSES" appunto) di bassissimo profilo, studiati nel dettaglio per imbonire le masse e distrarre la gente dai problemi e dalle sfide reali.
E l'incubo di uscire dall'Europa si concretizza più forte che mai. E pensare a quanti sacrifici tutte le famiglie italiane sono state chiamate negli anni per rientrare nel parametro del 3% tra PIL e debito pubblico…